Libia. Macron torna a garantire il pieno appoggio al governo di al-Serraj

Abbattuto un Mirage dagli uomini di Haftar, catturato il pilota portoghese. L’Onu apre un fascicolo verso gli Emirati Arabi Uniti per le forniture di armi.

di Enrico Oliari

Il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al-Serraj, si è recato in Francia dove ha incontrato il capo dello Stato Emmanuel Macron. La Francia è uno dei paesi sospettati di fare in Libia un gioco non proprio pulito, dal momento che ufficialmente sostiene il governo “di Tripoli”, riconosciuto dalla comunità internazionale, ma di fatto dà una mano ed anche due al generale Khalifa Haftar, che da oltre un mese ha mosso un’offensiva su Tripoli.
Macron, che ha ricevuto il premier libico all’Eliseo, ha comunque ribadito il sostegno della Francia al governo di al-Serraj, ha chiesto un cessate-il-fuoco senza condizioni ed ha garantito il suo intervento presso l’Onu affinché possa riprendere il dialogo nazionale. Ha inoltre proposto la creazione di una task-force in collaborazione con l’Onu per monitorare le operazioni e il comportamento dei gruppi armati in Libia, specialmente di quelli più estremisti presenti sia a Tripoli che nelle forze di Haftar.
L’offensiva di Haftar è costata finora 440 morti e oltre 60mila sfollati, ma la situazione si presenta in fase di stallo, con il generale “di Tobruk” che ha mancato il suo obiettivo di prendere la capitale libica entro l’inizio del Ramadan.
Ieri un aereo, un Mirage F1 in forza al governo “di Tripoli”, è stato abbattuto ed il pilota, un portoghese di nome Jimmy Reis, è stato fatto prigioniero dagli uomini di Haftar. Da si sono alzate urla e proteste per l’impiego da parte degli avversari di mercenari, a dire del Parlamento locale in netta contrapposizione alle Risoluzioni dell’Onu.
E’ la storia del bue che dà del cornuto all’asino, se si pensa che in barba alle Risoluzioni Onu e all’embargo imposto dalla comunità internazionale proprio Haftar è stato rifornito nell’aprile 2016 dagli Emirati Arabi Uniti, attraverso l’Egitto, di armi di ogni genere, oltre che di 1.050 veicoli militari, tra cui mezzi blindati e soprattutto pick-up Toyota, sopra i quali sono state montate armi.
Questo specifico caso è ora al vaglio dell’Onu, che ha aperto un fascicolo nei confronti degli Emirati Arabi Uniti.