Libia. Mercato petrolifero attrae nuovi attori, ma anche Sharara è in shut-down

di Vanessa Tomassini – 

Nei giorni scorsi il ministro degli Interni del Governo di Accordo Nazionale, Abdelhameed Ashour, ha affermato durante la sua visita al cantiere dell’aeroporto internazionale di Tripoli, che la sicurezza nella capitale è abbastanza “rassicurante” da permettere agli investitori stranieri di tornare a lavorare in Libia. L’aeroporto, i cui progetti avrebbero visto una certa ingerenza da parte di alcuni gruppi armati dovrebbe essere pronto entro i prossimi 3 mesi ed opererà a fianco dell’attuale aeroporto di Mitiga.
Malgrado gli scontri tra i vari gruppi armati, le proteste delle guardie degli stabilimenti petroliferi ed una instabilità politica che sembra procrastinarsi, il mercato petrolifero continua ad attrarre le aziende straniere. In un comunicato stampa datato il 2 marzo, la compagnia francese Total, presente in Libia dal 1954, ha annunciato l’acquisto di Marathon Oil Libya Limited che detiene una partecipazione del 16,33% nelle concessioni Waha in Libia. Questa acquisizione – spiega il gigante francese – consentirà un accesso totale a riserve e risorse superiori a 500 milioni di barili di petrolio equivalente, con una produzione immediata di circa 50.000 barili di petrolio equivalente al giorno e un potenziale esplorativo significativo su un’area di 53.000 chilometri quadrati coperti dalle concessioni nel bacino petrolifero della Sirte. Il pagamento del corrispettivo per la transazione è di 450 milioni di dollari. “Questa acquisizione è in linea con la strategia di Total di rafforzare il proprio portafoglio con asset di alta qualità e basso costo tecnico, rafforzando la nostra forza storica nel Medio Oriente e nella regione del Nord Africa”, ha dichiarato Patrick Pouyanné, Chairman e Ceo di Total. “Si basa sulla presenza a lungo termine del gruppo in Libia, un paese con risorse petrolifere e di gas molto grandi, e dimostra il nostro impegno a continuare a sostenere il recupero dell’industria petrolifera e del gas del paese”. Le concessioni Waha attualmente producono circa 300.000 barili al giorno. Grazie al riavvio in corso degli impianti esistenti e alla ripresa delle attività di perforazione per lo sviluppo, si prevede che la produzione aumenterà e supererà i 400.000 barili giornalieri entro la fine del decennio.
I francesi non sono gli unici ad essersi mossi sul terreno degli investimenti petroliferi in Libia. Come rivelato da “Bloomberg”, la società cinese PetroChina ha appena accettato un contratto annuale per l’acquisto di greggio libico a partire da quest’anno, dopo accordi analoghi da parte delle major petrolifere come Royal Dutch Shell Plc e BP Plc. Il contratto firmato con la National Oil Corporation (NOC) sembra non avere precedenti. Anche BP e Shell avrebbero concordato offerte annuali per l’acquisto di greggio dalla Libia in questi primi mesi del 2018. Tra gli acquirenti già annoverati nell’elenco di NOC oltre all’italiana Eni, vi sarebbero già la stessa Total SA, OMV AG, Repsol SA, Rosneft PJSC, Lukoil PJSC e Glencore Plc. La produzione di petrolio in Libia continua ad attestarsi intorno ad 1,1milioni di barili al giorno, tuttavia ben al di sotto degli 1,8 milioni di barili al giorno precedenti agli infausti eventi del 2011, che hanno portato alla caduta di Gheddafi. Al momento quindi sembrerebbe che lo shut-down del giacimento petrolifero di El-Feel non abbia avuto un grande impatto sulla produzione petrolifera dell’ex colonia italica, che continua a zampillare. Tuttavia la produzione di Mellitah Oil & Gas BV, l’impresa che gestisce El-Feel, noto anche come Elephant, è passata da 75.000 a 25.000 barili al giorno dopo la protesta delle guardie della Paetroleum Facility Guard (PFG). Anche altri impianti hanno subito interruzioni sporadiche, ma la produzione è stata prontamente dirottata su altri altri centri. Ad esempio in questi giorni, per sopperire la chiusura di El Feel, la produzione di Waha e Sharara è salita a 300.000 barili al giorno ciascuno, ma anche quest’ultimo, il più grande giacimento petrolifero in Libia, oggi pomeriggio ha smesso di pompare petrolio greggio a causa della chiusura di un oleodotto da Sharara alla raffineria di Zawiya. Per quanto riguarda il gas, invece, sabato NOC ha annunciato che il primo carico di bombole è stato spedito giovedì dal porto di Zueitina alla città di Bengasi, dopo 4 anni di sospensione dell’impianto di gas naturale liquefatto (GNL) nel porto di Zuitina. L’impianto di GNL nel nord-est della Libia, è stato sottoposto a lavori di manutenzione e ristrutturazione completati a gennaio 2018 ed era stato fermo a causa di blocchi e carenza di forniture di gas. La Zueitina Oil Company è impegnata anche nello studio di nuove fonti di energia e programmi ambientali a cui guarda con attenzione anche la NOC.