Libia. Regge la tregua, Haftar e al-Serraj a Mosca

La Germania ipotizza la conferenza per il 19 gennaio; Di Maio a Tunisi, Conte a Ankara.

di Guido Keller

Regge, con fatica ma regge. Dalla mezzanotte è entrato in vigore il tanto atteso cessate-il-fuoco in Libia, come chiesto dai presidenti di Russia e Turchia al governo “di Tripoli”, retto da Fayez al-Serraj, e a quello “di Tobruk”, il cui uomo forte è il generale Khalifa Haftar.
Qualche violazione è segnalata da entrambe le parti soprattutto ad Ain Zara e Wadi Rabia, a sud di Tripoli, ma la tregua per quanto fragile ha già portato la Germania ad ipotizzare per il 19 gennaio la data della Conferenza di Berlino sulla Libia patrocinata dall’Onu. Un incontro che si differenza dai vari tentativi fatti in passato sia dai singoli paesi che dall’Unione Europea per quella “pax russo-siriana” che Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan hanno messo in piedi in Russia e che stanno ora cercando di esportare nel teatro libico.
Il primo ad accettare la richiesta di cessate-il-fuoco è stato il presidente del governo di Accordo nazionale, Fayez al-Serraj, mentre Haftar in un primo momento l’aveva respinta, salvo poi cedere alle pressioni dei vari attori internazionali.
A Mosca si incontrano in queste ore le delegazioni di Tripoli e di Tobruk (con Haftar è presente anche il presidente del parlamento libico che dal 2014 si è spostato a Tobruk, Agila Saleh), ed il presidente russo Vladimir Putin ha disposto il graduale rientro dei mercenari della compagnia Wagner, i quali erano dislocati con i molti altri “contractor” sudanesi, di Egitto e di altri paesi arabi alle porte di Tripoli. Con il ritiro dei mercenari russi la Turchia ha fermato le operazioni di invio dei propri militari in Turchia a sostegno del governo “di Tripoli”.
Intanto la diplomazia di Roma si sta muovendo per non far perdere all’Italia la propria zona di influenza, ed il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, che a Tunisi ha incontrato il presidente Kais Saied, ha comunicato di essere al lavoro per un trilaterale sulla Libia con la Russia e la Turchia. Il premier Giuseppe Conte è invece in visita ad Ankara.
E’ ancora presto per comprendere se gli sforzi di pace avranno successo, certo è che i molti interessi economici e geopolitici stranieri hanno fatto della Libia il teatro di una sovrapposizione di conflitti, una matassa di cui è difficile trovare il bandolo.