di Alberto Galvi –
L’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, il senegalese Abdoulaye Bathily, si è dimesso. Bathily ha ricoperto la carica per 18 mesi, ma ieri ha presentato le sue dimissioni puntando il dito contro “interferenze economiche straniere”. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha confermato di aver ricevuto la lettera di dimissioni e di averle accettate. Bathily aveva preso il posto di Jan Kubis, dimessosi nel novembre 2022.
Bathily ha condannato la mancanza di volontà politica e buona fede da parte dei leader libici, che sono a proprio agio con l’attuale situazione di stallo dal 2011, così come le dinamiche internazionali e regionali emergenti in cui il territorio della Libia viene utilizzato come sito per operazioni militari e di sfruttamento delle risorse. La Libia è in subbuglio dal rovesciamento del dittatore di lunga data Muhamar Gheddafi nel 2011. Il paese è attualmente disseminato di gruppi tribali armati in lotta per il controllo del territorio.
La Libia è diventata una delle principali rotte del Mediterraneo per i migranti africani e per i trafficanti di esseri umani. Sebbene negli ultimi quattro anni sia tornata una relativa calma nel paese ricco di petrolio, si verificano periodicamente scontri tra la miriade di tribù di fatto indipendenti. Il paese è diviso tra due governi che non sembrano in grado di interagire, uno riconosciuto dall’ONU con sede a Tripoli, e l’altro con la Camera dei rappresentanti a Tobruk, nell’est del paese.