L’Iran rilascia Cecilia Sala. Soddisfazione per il lavoro diplomatico e di intelligence

di Enrico Oliari e Mariarita Cupersito –

La giornalista Cecilia Sala, arrestata a Teheran lo scorso 19 dicembre per non meglio precisati “reati contro la Repubblica Islamica dell’Iran”, è stata finalmente liberata dal carcere di Evin ed è in fase di rientro in Italia. Lo si apprende da una nota di Palazzo Chigi, dove si legge che “È decollato pochi minuti fa, da Teheran, l’aereo che riporta a casa la giornalista. Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”.
L’arresto di Cecilia Sala, che si trovava in Iran con un regolare visto giornalistico, è stato da subito messo in relazione con quello avvenuto in Italia di Mohammad Abedini, l’ingegnere 38enne fermato dagli agenti della Digos il 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, “un’iniziativa – l’aveva definita il direttore generale per l’occidente del ministero degli Esteri iraniano Majid Nili Ahmadabadi in occasione dell’incontro con l’ambasciatrice italiana Paola Amedei – che potrebbe danneggiare i rapporti di lunga data tra i due paesi”. Abedini, residente in Svizzera, è ricercato negli Usa per aver trasferito all’Iran, in associazione con Mohammad Sadeghi (arrestato dalla polizia statunitense) informazioni e materiale per la costruzione di droni. Nello specifico, come ha riportato Voa, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti accusa Abedini di sostenere un’organizzazione terroristica straniera che ha ucciso tre militari statunitensi in un attacco di droni in Giordania, ma con tutta probabilità Abedini più che un estremista è semplicemente un imprenditore del settore delle armi.
Indubbiamente, come ha sottolineato in un suo messaggio su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a sbloccare la situazione sono serviti “Diplomazia e lavoro di squadra”, ma non sono al momento noti i dettagli di un possibile accordo con le autorità iraniane. Di certo i rapporti dell’Italia con l’Iran sono sempre stati buoni, e anche quando il paese nel 2012 era isolato per via delle sanzioni, l’Italia era stata l’unico paese occidentale a mantenere l’ambasciata aperta, curando gli interessi di altre nazioni come il Canada. Nel 2016, mentre i giornalisti italiani si dilettavano per le statue rese pudiche in occasione della visita del presidente Hassan Rohani a Roma, ministri e sherpa stendevano accordi di cooperazione per 25 miliardi di euro.
Nel dare notizia del rilascio della giornalista, diversi media iraniani tra cui il quotidiano on line Iran International, legano l’operazione diplomatica e di intelligence per la liberazione di Cecilia Sala alle recenti dimissioni del capo dei servizi segreti Elisabetta Belloni, tuttavia non vi sono indizi che possano portare a tale conclusione. Più in generale la stampa vede nel recente incontro di Giorgia Meloni con Donald Trump la chiave di lettura del rilascio della giornalista italiana.
“Sono orgoglioso di lei”, ha dichiarato all’Ansa il padre di Cecilia, Renato Sala, dopo aver appreso che la figlia sta tornando in Italia. “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Non vedevo l’orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”. 
Gratitudine è stata espressa dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”.