Lo IOR “blocca” i conti di Iran, Siria, Indonesia e Iraq. NG chiede lumi alla fonte presso l’Ambasciata iraniana

di Ehsan Soltani –

ior grandeNel quadro di riforma voluto da papa Francesco dello Ior, l’Istituto per le Opere Religiose, cioè la banca del Vaticano, le ambasciate di Iran, Iraq, Indonesia e Siria si sarebbero viste chiudere i propri conti correnti. A dire il vero sono 900 (su 19mila) i conti che lo Ior avrebbe deciso di risolvere, ma colpisce il fatto che fra gli interessati vi sarebbero anche quelli delle rappresentanze diplomatiche di quattro paesi: le operazione di controllo dei conti sono state affidate alla Promontory Financial Group, leader mondiale della lotta al riciclaggio di denaro. Le quattro ambasciate avrebbero più volte depositato e ritirato grosse somme di denaro e da Wikileaks sarebbe risultato che gli Stati Uniti ritengono che la Siria in particolare vi abbia fatto transitare denaro per acquistare forniture di sistemi di comunicazione ad uso civile e militare.
Stando a quanto riportato dai media, lo Ior avrebbe reso noto che le ambasciate presso la Santa Sede di Iran, Iraq e Indonesia avrebbero fatto depositi e prelievi a suon di 500mila euro alla volta, operazioni sospette, “vaghe o sproporzionate rispetto alle cifre in gioco” per cui “le autorità vaticane vogliono ridurre il rischio che lo Ior possa essere uno strumento non solo per il riciclaggio di denaro, ma anche il finanziamento del terrorismo”, cosa del tutto inadatta per un Istituto i cui proventi servono per finanziare le opere di bene e di sostentamento del clero.
La TMNews ha diffuso un comunicato pervenutole dall’Ambasciata dell’Iraq dove si legge che vengono respinti i sospetti di giri illeciti e di finanziamento del terrorismo, anche perché proprio “Il Governo del Nuovo Iraq si è posto come obiettivo prioritario la lotta senza quartiere a tutte le forme di terrorismo, sia nel proprio territorio che in qualsiasi altro Stato; essere, ora, oggetto di possibili dubbi riguardo l’utilizzo dei propri conti correnti ‘come possibile strumento di finanziamento del terrorismo’ è una inaccettabile provocazione senza alcun fondamento reale o logico, tanto più che l’Iraq è, oggi, uno dei pochi Stati al mondo a fornire dati e transazioni economiche trasparenti e pubblicamente consultabili”.
L’Ambasciata si è quindi detta disposta “a illustrare in completa trasparenza la natura di ogni transazione operata tramite i conti correnti relativi alla Missione irachena presente in Italia, richiedendo, al contempo, di astenersi dall’accusare strumentalmente alcuni Stati in particolare, con connotazioni che non sfuggono a nessuno, per coprire le serie accuse in cui si è coinvolti”.
Da parte sua l’Ambasciata iraniana presso la Santa sede, intervistata per l’occasione da Notizie Geopolitiche, ha fatto sapere attraverso una fonte che “noi riteniamo che la notizia apparsa sull’agenzia Reuters e quindi sui media sia priva di ogni fondamento. Infatti, come è spiegato sulla pagina internet dello Ior, fra i clienti possibili dell’Istituto ci sono, tra i vari, i diplomatici e le ambasciate accreditate e noi, fino ad oggi, non abbiamo ricevuto nulla di scritto che ci informi della rottura del rapporto in corso. La riforma dello Ior ha avuto inizio nel luglio 2013 e posso garantire che fino ad oggi noi non abbiamo avuto problemi ne’ nel depositare, ne’ nel prelevare denaro”.
“D’altro canto – ha continuato la fonte presso la Rappresentanza diplomatica – non è possibile un’immediata risoluzione del rapporto, in quanto richiederebbe tempo”.
– Secondo Lei, perché sono uscite sulla stampa queste informazioni?
“Io non conosco eventuali problemi interni del Vaticano o dello Ior, ma di certo posso affermare che si tratta di giochi giornalistici, nulla di più”.