Malta. Chiusi i porti alle ong. Ma già c’è il nuovo caso della “Open Arms”

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Le autorità di Malta hanno comunicato oggi sostanzialmente la chiusura dei porti alle navi delle ong che salvano i migranti in mare in attesa di conoscere le conclusioni delle indagini relative alla Lifeline, la nave dell’omonima ong tedesca registrata in Olanda come imbarcazione da diporto. Dopo che i 239 migranti sono sbarcati, il mezzo è stato sequestrato ed il capitano posto in stato di fermo in quanto si sarebbe rifiutato di obbedire al coordinamento italiano che aveva indicato di riportare i migranti raccolti nella zona SAR nel porto sicuro più vicino, cioè in Libia.
Con un comunicato il governo maltese ha reso noto è necessario “accertare che le operazioni condotte da entità che utilizzano i servizi portuali e che operano nell’area di responsabilità maltese siano in accordo con le norme nazionali e internazionali”. “Dato che sono in corso indagini da parte di autorità indipendenti – continua la nota – , e fino a quando tali questioni non verranno chiarite, Malta non può consentire alle entità, la cui struttura potrebbe essere simile a quella oggetto di indagini, di usare Malta come porto di operazioni e di entrare o uscire dallo stesso porto”,
Intanto si è aperto un nuovo caso di nave ong che denuncia la chiusura dei porti. Si tratta della Open Arms, che su Twitter ha pubblicato che “Italia e Malta negano l’accesso nelle loro acque alla nave”. L’ong fa notare di “aver salvato più di 5mia vite in un anno sotto il coordinamento della Guarda Costiera (italiana, ndr.), è stata rilasciata dalla giustizia italiana e il cui equipaggio è europeo, come la sua bandiera”. Il fondatore dell’ong, Oscar Camps, ha precisato che a bordo si sono “solo membri dell’equipaggio spagnoli” e che la decisione di Italia e Malta viola “tutte le norme del diritto internazionale e comunitario”.