Marocco. Espulso l’ambasciatore iraniano e chiusa la rappresentanza a Teheran per legami con il Polisario

di Vanessa Tomassini

Rimbalza su tutti i media nordafricani la posizione netta adottata dal Marocco nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran, già nel mirino delle polemiche per l’ennesimo attacco di Benjamin Netanyahu. Ma questa volta il nucleare non c’entra, il Marocco infatti taglierà i rapporti diplomatici con l’Iran per il sostegno di Teheran al Fronte Polisario. “Il Marocco chiuderà la sua ambasciata a Teheran ed espellerà l’ambasciatore iraniano a Rabat”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Nasser Bourita, il quale ha aggiunto che “l’Iran e il suo alleato sciita libanese, Hezbollah, sostengono il Polisario addestrando e armando i suoi combattenti attraverso l’ambasciata iraniana in Algeria”. “Hezbollah ha inviato ufficiali militari al Polisario e ha supportato il fronte con le armi addestrandolo alla guerriglia urbana”, ha aggiunto Bourita annunciando anche la chiusura dell’ambasciata del Marocco a Teheran.
Il Fronte Polisario, o Fronte di Liberazione Popolare di Saguia el Hamra e del Río de Oro, è una organizzazione militare e un movimento politico attivo nel Sahara Occidentale, fondato il 10 maggio 1973 con l’intento di ottenere l’indipendenza del Sahara Occidentale dall’occupazione militare della Spagna, dal Marocco e dalla Mauritania. Uno dei fondatori del Polisario fu proprio un esponente del partito comunista marocchino, El Ouali Mustapha Sayed. Sin dai primi anni dopo la sua nascita, il Polisario ha organizzato la guerriglia contro le forze ritenute di occupazione. Dal 1975 il Polisario si è stabilito a Tindouf, nell’Algeria occidentale. Nello stesso anno, l’Onu riconosce il Fronte, e la Corte internazionale di giustizia dell’Aja riconosce il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi; a febbraio dell’anno successivo il Polisario proclama formalmente la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, riconosciuta da 76 stati, principalmente africani e sudamericani e dall’Unione Africana, ma non dall’Onu.
Il 5 agosto 1979 il Polisario firma un trattato di pace con la Mauritania, che ritira le truppe dal territorio occupato e lo cede al Fronte, tuttavia l’accordo non è mai stato riconosciuto dal Marocco che ha occupato a sua volta il territorio. I combattimenti con il Marocco sono proseguiti fino al cessate il fuoco del 6 settembre 1991 sotto la facilitazione della Missione delle Nazioni unite per l’organizzazione di un referendum nel Sahara Occidentale. Il Marocco, per contrastare l’esercito del Fronte Polisario armato e finanziato principalmente dall’Algeria e dalla Jamahiriya di Muammar Gheddafi, ha edificato otto mura di sabbia e pietra, meglio note come il muro marocchino, minando abbondantemente la zona circostante.
Ad oggi si stima che i militanti del Polisario siano qualche migliaio e sarebbero concentranti ancora a Tindouf dove gestiscono anche alcuni campi profughi per gli sfollati, spesso però accusati si essere infiltrati dai traffici illeciti se non da elementi legati al terrorismo. Il Marocco in passato aveva già tagliato i legami diplomatici con l’Iran nel 2009, accusandolo di mettere in discussione il dominio sunnita del Bahrain, un’isola araba del Golfo che ha una maggioranza sciita. I legami sono stati gradualmente ripristinati verso il 2014, ma non sono mai stati forti, con Rabat che sostiene senza troppi misteri l’antica rivale di Teheran, l’Arabia Saudita.