Marocco. Opportunità per le imprese e piani energetici

a cura di Domenico Letizia

La forza delle relazioni internazionali e nel continente africano delle istituzioni del Marocco ne hanno reso un paese estremamente affascinante in grado di poter giocare un ruolo importante nello scacchiere della diplomazia e dell’economia, anche per l’Europa. Sono molti gli analisti economici che guardano al Marocco come hub finanziario per tutto il continente africano. Tale forza è dovuta innanzitutto alla stabilità politica, una situazione politica decisamente migliore rispetto ai suoi vicini.
Altro elemento di interesse è il sistema bancario sicuro e certo per gli investitori, rafforzatosi recentemente grazie alla collaborazione tra il gruppo bancario principale del Marocco e due colossi finanziari degli Usa. La finalità è quella di seguire e aiutare le imprese americane interessate ad intrattenere relazioni economiche ed investire in Marocco. Una continua analisi finanziaria è in corso nel paese, grazie anche agli investimenti nel settore del digitale che stanno rafforzando le relazioni, anche tra Marocco e Italia. Il digitale può diventare determinante nel favorire il partenariato tra Italia e Marocco lungo tre assi: “attuare un programma per rendere coerenti le infrastrutture logistiche tra le due rive del Mediterraneo; riunire gli operatori del settore agroalimentare delle due rive per elaborare insieme una strategia comune in materia di produzione, di ricerca, di sviluppo e di marketing; creare un hub logistico e commerciale destinato al mercato africano”, ha recentemente dichiarato l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Hassan Abouyoub in un’intervista pubblicata dall’Istituto italiano per l’Asia e il Mediterraneo.
Accanto al processo di privatizzazioni, fortemente sostenuto nel paese, il Marocco si è impegnato anche nella riorganizzazione del settore pubblico, con l’obbiettivo di rendere maggiormente efficiente la gestione delle imprese statali, le quali continuano a ricoprire un ruolo cruciale per l’economia nazionale. Si è anzitutto proceduto con la “privatizzazione formale” delle imprese aventi forma pubblicistica, le quali hanno assunto la veste giuridica di società commerciali, spesso, anche quotate in borsa. Le istituzioni hanno giocato un ruolo centrale anche nel graduale processo di liberalizzazione dei servizi pubblici, la cui gestione era precedentemente rimessa alle sole amministrazioni locali.
La pratica della regolazione delegata si è sviluppata dalla fine degli anni Novanta, con i primi contratti relativi alla distribuzione dell’acqua e dell’elettricità, per motivazioni largamente riconducibili alla necessità di assicurare che le prestazioni erogate fossero maggiormente efficienti e impattassero meno sul bilancio degli enti locali.
Il fenomeno delle “Primavere Arabe”, esploso nel 2011, ha interessato anche il Marocco, ma non è stata invocata la destituzione di re Mohammed VI, la cui popolarità è rimasta intatta anche per via delle riforme in senso democratico promosse durante il corso del suo regno. Per una corretta concorrenza nel paese interviene anche la Costituzione che proibisce qualsiasi pratica contraria ai “principi della concorrenza libera e leale nelle relazioni economiche” e in particolare il “traffico di influenza e di privilegi” e “l’abuso di posizione dominante e di monopolio”. Con specifico riferimento al mercato finanziario la Costituzione condanna le infrazioni di ordine finanziario e quelle relative ai conflitti di interesse.
Settore importantissimo per il Regno è quello dell’agricoltura. Al fine di promuovere la competitività del settore agricolo il Governo ha adottato, nel 2009, la strategia denominata Piano Verde Marocco. Cinque sono stati gli accordi firmati tra il governo e il settore professionale all’inizio del 2009 per promuovere la competitività dell’agricoltura marocchina. Gli accordi sono relativi al settore cerealicolo, alla realizzazione di progetti di finanziamento per i piccoli coltivatori, al miglioramento dell’avicoltura e all’incremento della produzione di agrumi.
Tra i settori più importanti per gli investimenti resta centrale l’agricoltura: esso beneficia da alcuni anni di una politica di investimenti volta a modernizzare il comparto agricolo (dotandolo di macchinari, attrezzature, impianti di irrigazione goccia a goccia, impianti fotovoltaici laddove non vi è un servizio di erogazione di energia elettrica) e formare cooperative agricole (oltre alle grandi tenute agricole già esistenti) che siano in grado di offrire una gamma di prodotti esportabili, diversificati e rispondenti alla domanda estera.
Il piano energetico nazionale prevede inoltre ulteriori sviluppi nell’ambito dell’energia fotovoltaica, termo solare ed eolica, e si concentra soprattutto sul miglioramento dei vantaggi fiscali per rendere più accessibili gli investimenti nelle energie rinnovabili, il cui consumo è cresciuto e si stima continuerà a crescere. Inoltre, sono stati avviati i lavori per la realizzazione della centrale Noor Ouarzazate IV, ultima tappa del più grande complesso energetico solare al mondo la cui capacità totale raggiungerà 582 Mw. Sarà pronta nel primo trimestre 2018 e sarà rafforzata da un partenariato che associa MASEN, attore centrale delle energie rinnovabili in Marocco, ed un consorzio di operatori privati condotto dal gruppo ACWA POWER e scelto dopo una gara di appalto internazionale. Il nuovo progetto, che sarà sviluppato su una superficie di 137 ettari utilizzando la tecnologia fotovoltaica (PV), risponde alla linea del monarca di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse naturali del Marocco, preservare il suo ambiente, perpetuare lo suo sviluppo economico e sociale e garantire il futuro delle generazioni che verranno. I progetti energetici di Ouarzazate, Laayoune, Boujdour, Midelt e Tata, determinati per soddisfare le necessità dell’Office Nazionale dell’Elettricità e dell’Acqua potabile (ONEE), dovrebbero generare investimenti dioltre 9 miliardi di dollari da oggi al 2020 e permettere una riduzione annuale delle emissioni di gas a effetto serra equivalente a 3,7 milioni di tonnellate di CO2.
Secondo i dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale, il Marocco riporta nel 2015 un prodotto interno lordo pari a 100.967 milioni di dollari, con un tasso di crescita dello stesso del 4,5%. Nel 2016, a causa dello sfavorevole andamento dell’annata agricola, si è registrando un tasso di crescita notevolmente ridotto (2,2%), che si prevede sarà comunque in lenta e costante ripresa nel corso del 2017 e negli anni a seguire (3,2% nel 2017, 3,7% nel 2020). Da circa un decennio, il Marocco ha lanciato dei programmi volti ad elevare le proprie infrastrutture a livello internazionale.
Nel 2007 è stato inaugurato il porto di Tangeri Med, con una capacità di 3 milioni di containers. Anche la rete stradale e autostradale è soggetta ad un piano di ammodernamento ed estensione cosi come la rete ferroviaria ed aeroportuale.
Dal punto di vista industriale e della logistica sono aumentate anche le piattaforme integrate e le zone franche generando notevole interesse per le categorie imprenditoriali interessate ad investire o all’internazionalizzazione dei mercati. Estremamente interessante anche il settore delle costruzioni e dell’edilizia e quello dell’elettronica, della produzione di componenti per l’informatica, l’ottica e gli apparecchi elettromeccanici che costituiscono assieme all’aeronautica uno dei settori di punta di questo paese.
A differenza della Francia, del Regno Unito e della Spagna, l’Italia beneficia di un’immagine di partner mediterraneo vicino e importante, privo di antagonismi storici o di reminiscenze coloniali. Sempre più forte in Marocco è l’ammirazione per il “Made in Italy” e la ricchezza culturale, artistica e monumentale del Bel Paese. Tuttavia, per prossimità geografica, continuano ad essere preferite come mete di shopping e brevi soggiorni la Francia e la Spagna.
Nei prossimi 25 anni si prevede una forte espansione del turismo internazionale che sarà sempre più influenzato dalle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione.
Per promuovere il “prodotto Italia” rispetto ai principali concorrenti europei si rende necessario innanzitutto consolidare il flusso turistico legato alla comunità marocchina in Italia, coinvolgendo le regioni più direttamente interessate affinché promuovano la propria offerta culturale, artistica, naturalistica e gastronomica. In tale quadro la Regione italiana che più di tutte dovrebbe attivarsi è la Campania che presenta la maggior presenza di marocchini sul territorio.
In secondo luogo, è necessario diversificare il modello di fruizione turistica tradizionalmente basato sulla visita delle classiche città d’arte, offrendo pacchetti all-inclusive che prevedano anche lo shopping di qualità, la gita naturalistica, il relax in luoghi attrezzati e accoglienti specialmente nelle regioni italiane collegate da voli aerei diretti.
In terzo luogo, è opportuno sviluppare un’offerta turistica in funzione di uno specifico target: un turismo intelligente e a basso costo che includa città d’arte minori e circuiti alternativi, da promuovere presso categorie studentesche; turismo più settoriale, che includa visite a distretti aziendali, percorsi agro-industriali, incontri con operatori e comunità locali, per uomini d’affari in viaggio di lavoro. Il Regno vede la presenza anche di zone franche che attirano l’interesse degli investitori e degli imprenditori. Attualmente esistono le zone franche di Tanger Med, Kenitra, Dakhla e Laâyoune, più altre due riservate agli idrocarburi.
Le aziende localizzate in una zona franca beneficiano del regime fiscale speciale, caratterizzato da:

• esonero illimitato dai dazi doganali;
• procedure doganali semplificate;
• esonero dall’IS per i primi 5 anni, e per i successivi 20 anni e aliquota ridotta all’8,75%;
• esonero dall’imposta sul reddito per i primi 5 anni, e riduzione dell’80% per i successivi 20 anni dell’aliquota prevista;
• esonero per 15 anni dalla tasse professionali;
• esonero illimitato dall’IVA per le forniture di beni e servizi all’interno della zona franca;
• esonero delle tasse relative agli atti di costituzione e di aumento di capitale.

Un buon metodo per incontrare potenziali partner imprenditoriali in Marocco è inoltre la partecipazione alle fiere che si tengono regolarmente nel Paese. E’ però fondamentale selezionare le manifestazioni più utili alle proprie prerogative e alle proprie finalità poiché molte sono le fiere che si svolgono costantemente durante il corso dell’anno nel Regno.

Vedi anche: Notizie Geopolitiche, Intervista all’ambasciatore del Marocco Hassan Abouyoub (Nella foto).