“Accogliamo con grande soddisfazione l’iniziativa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha convocato un tavolo urgente con le principali associazioni della filiera per affrontare l’emergenza del fast fashion. È un segnale concreto il fatto che il governo abbia finalmente raccolto l’allarme che Confimprenditori lancia da mesi: l’invasione di prodotti a basso costo provenienti da Paesi extra-UE sta minacciando la sopravvivenza di migliaia di imprese italiane della moda e del tessile.”
Lo dichiara il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, commentando l’annuncio del nuovo provvedimento in arrivo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per contrastare il fenomeno dell’ultra fast fashion.
“Stiamo parlando di un mercato stimato in oltre 150 miliardi di dollari a livello globale e dominato da piattaforme digitali straniere che producono in Asia e vendono in Europa a prezzi irrisori. Quello del ministro Adolfo Urso È un passo importante verso una politica industriale che difenda il valore del Made in Italy. In Italia il comparto moda e accessori vale circa 100 miliardi di euro di fatturato, con oltre 60.000 imprese e più di 500.000 addetti, in gran parte concentrati tra Toscana, Veneto, Lombardia e Marche. Queste aziende rappresentano l’eccellenza del nostro Paese, ma sono oggi travolte da una concorrenza sleale che non rispetta standard ambientali, contrattuali e di sicurezza. Confimprenditori sostiene con forza l’iniziativa del governo di introdurre misure analoghe a quelle già adottate in Francia, dove è stata approvata una tassa sul fast fashion fino a 10 euro per capo, destinata a finanziare politiche di sostenibilità e riciclo. La tutela del Made in Italy deve diventare una priorità strategica nazionale, perché da essa dipendono innovazione, occupazione e credibilità internazionale del nostro Paese”.








