Mosca teme il Ttip: Lavrov, ‘la Russia è pronta a “discutere una zona di libero scambio con la Ue’

di Guido Keller –

lavrov aeb grandeQualcuno lo aveva detto: potrebbe presto finire tutto a tarallucci e vino. Anche perché conviene assai più alla Russia mantenere un buono e proficuo rapporto con i vicini a ovest, che alzare le barricate. E magari, visto che ormai si tratta di questo, fare bel viso a cattivo gioco sferrando un colpo di fioretto agli Stati Uniti e stringendo legami sempre più forti con l’Europa.
D’altro canto fra le due sponde dell’Oceano sta per entrare in vigore il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), che prevede una zona di libero scambio fra Usa e Europa, con tanto di possibilità per le aziende di partecipare liberamente agli appalti che si svolgono nelle due Unioni (Stati Uniti e Unione europea), un’intesa economica dagli esiti imprevedibili, che vedrebbe le potenze più ricche consolidarsi in un legame che renderebbe insignificante l’Unione doganale euroasiatica ideata dal Cremlino fra la Russia, la Bielorussia, l’Armenia e il Kazakistan.
Il tutto per una includere nella propria cerchia una dissestata Ucraina e mantenere una base navale in Crimea, che c’era già e che sarebbe continuata ad esserci.
Così, mentre già il presidente Vladimir Putin ha già predisposto il ritiro dei militari russi lungo il confine ucraino ed è dato per certo l’incontro a Milano il prossimo 17 ottobre fra lo stesso Putin e il presidente ucraino Petro Poroshenko, oggi è intervenuto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov per spiegare che la Russia è pronta a “discutere una zona di libero scambio con la Ue”. L’occasione è stato l’incontro organizzato dall’Associazione di Business europeo AEB (fondata negli Anni ’90 con lo scopo di intensificare le relazioni delle aziende europee con la Russia) sulle sanzioni europee e il loro impatto sulla cooperazione in Europa, dove Lavrov ha voluto ricordare che dal primo gennaio 2015 entrerà in funzione l’Unione economica eurasiatica, cioè “un progetto aperto, in continua evoluzione, molto promettente”, ma la Russia resta “aperta per lavorare con altri paesi, altri raggruppamenti regionali, pronta a discutere le prospettive di una zona di libero scambio con l’Unione europea, pronta per la coerente attuazione del modello di integrazione”.
L’irrigidimento fra la Russia e l’Unione europea ha interessato la costruzione del South Stream, il gasdotto che dalla Russia porterebbe il gas in Europa in modo diretto, passando sotto il Mar Nero e quindi tagliando l’Ucraina, un’opera che Mosca sta cercando di portare avanti a tutti i costi, ma che Bruxelles sta osteggiando in un’ottica di diversificazione degli approvvigionamenti, anche con la costruzione della pipeline che porterà il gas dall’Azerbaijan e, forse, persino dall’Iran: “Ci auguriamo – ha detto Lavrov – che la Commissione europea non abbandoni gli approcci alla costruzione di questo gasdotto (il South Stream)” anche perché va tenuta presente “la posizione dei paesi membri dell’Unione europea, che più volte hanno parlato a favore della sua attuazione”. L’italiana Eni detiene il 20% della costruzione del gasdotto.
Il concetto che Lavrov ha voluto ribadire è che “la via delle sanzioni non è una nostra scelta e la Russia è pronta a potenziare la cooperazione energetica con l’Ue alla luce di oltre 10 anni di fama di fornitore affidabile di gas per Mosca”.
Sarà ora da vedere come Washington risponderà alle aperture di Lavrov all’Europa, poiché appare evidente, proprio in funzione del Ttip, che gli Stati Uniti abbiamo tutto l’interesse a che si alzi una nuova cortina di ferro fra l’Unione europea e la Russia.