NIGERIA. Buhari, ‘nuovo governo entro fine mese’

di Valentino De Bernardis –

Buhari_MuhammaduDurante la conferenza stampa congiunta con il presidente ghanese John Dramani Mahama ad Aburi, al termine di una visita ufficiale per  discutere di sicurezza regionale e commercio bilaterale (7 settembre), il neopresidente nigeriano Muhammadu Buhari ha affermato che il nuovo esecutivo sarà pronto entro fine mese.
Il tanto atteso annuncio giunge a circa sei mesi dalle elezioni presidenziali che hanno sancito una storica alternanza di potere tra maggioranza e opposizione senza ricorrere alla violenza, ma con la sola forza delle urne.
A pesare sulle dichiarazioni di Buhari è stata certamente la pioggia di critiche a livello nazionale che ha accompagnato, lo scorso 5 settembre, lo scadere dei 100 giorni dal suo insediamento. La motivazione del ritardo, apposto dall’entourage presidenziale come fisiologico
al macchinoso sistema politico-istituzionale nigeriano, e sopratutto necessario alla ricerca di profili adeguati per comporre un esecutivo  competente, trova sempre maggiori detrattori all’interno dei confini nazionali.
Dall’opposizione sono sempre più insistenti le voci che ricercano le cause del ritardo in un mancato accordo tra Buhari e Asiwaju Bola Tinubu, l’ex governatore dello stato del Lagos, che con il suo supporto ha permesso all’All Progressive Congress (Apc) di ottenere i voti del sud  cristiano, indispensabili per vincere le elezioni ed ottenere questo successo insperato.
Qualunque sia la motivazione reale del ritardo accumulato, quello che è certo è come Buhari abbia perso la possibilità di sfruttare la cosìddetta “luna di miele” con l’elettorato, il periodo post-elettorale in cui i neoeletti sono soliti intraprendere le riforme più importanti e più difficili, godendo di un elevato grado di fiducia.
Rimane ora da chiedersi quanto credito i cittadini nigeriani siano disposti a concedere al nuovo presidente e ad un esecutivo in ritardo di tre mesi, chiamato a risolvere un quadro macroeconomico particolarmente difficile a causa del crollo del prezzo del petrolio (dalle cui esportazioni la Nigeria è fortemente dipendente) sui mercati internazionali.
Ad ogni modo, nonostante l’assenza di un governo effettivo, Buhari ha concentrato la sua azione sui due pilastri principali che hanno contribuito alla vittoria elettorale di marzo: la completa pacificazione nel nord-est del paese ed il contrasto alla corruzione endemica.
La lotta contro Boko Haram si è tradotta in un rinnovato piano d’azione della Multinational Joint Task Force che vede coinvolti anche i paesi confinanti (Camerun, Benin, Ciad e Niger), dove l’organizzazione terroristica jihadista poteva (e può ancora) contare su connivenze locali per gli approvvigionamenti.
Il passaggio successivo è stato, ad inizio luglio, l’azzeramento di tutti i vertici militari, accusanti di inefficienza ed in alcuni casi di completa collusione con gli insorti, sostituiti il giorno 13 dello stesso mese da uomini di sua fiducia, come Abayomi Gabriel Olonishakin capo di stato maggiore della Difesa, Tukur Yusuf Buratai capo di stato maggiore dell’esercito, Ibok-Ete Ekwe Ibas capo di stato maggiore della marina, Sadique Abubakar capo di stato maggiore dell’aeronautica e Babagana Monguno consigliere della sicurezza nazionale (nomine confermate dal senato il 4 agosto).
Per quanto concerne la lotta alla corruzione, il primo settore su cui Buhari ha deciso di intervenire non poteva che essere quello estrattivo petrolifero, la cui produzione ha rappresentato il volano per lo sviluppo nazionale. Dopo aver licenziato l’intero consiglio di amministrazione della compagnia petrolifera nazionale Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc), ha nominato Emmanuel Ibe Kachikwu a nuovo direttore generale, con il compito di sistemare i conti della società. Sebbene la nomina di Kachiwku rappresenti solo un primo passo per intraprendere una riforma più ampia del settore petrolifero nigeriano, molto dipenderà da chi sarà messo a capo del ministero del Petrolio.
Almeno per questo si spera che sia valsa la pena di attendere un tempo così lungo.

Twitter: @debernardisv