Nuove sanzioni dell’Ue all’Iran: Peres contento, ma a pagare sono i cittadini dell’Europa

di Enrico Oliari –

“Noi siamo stati molto impressionati dall’appoggio dell’Italia alle sanzioni all’Iran”: a dichiararlo è stato il presidente di Israele, Simon Peres, al termine di un incontro con il presidente del Consiglio, Mario Monti a Cernobbio, dopo la decisione assunta dall’Unione europea nel summit dei ministri degli esteri che si è tenuto in questi giorni nella cipriota Paphos dove si è scelta la linea dell’inasprimento dell’embargo nei confronti di Teheran.
“Speriamo di esserci così liberati da questa ombra terribile senza un intervento militare – ha continuato il presidente israeliano – , credo che si debbano interrompere le relazioni con questo governo iraniano e non con l’Iran”.
Da canto suo Teheran, pur definendo “irresponsabile” la linea adottata dall’Europa, ha definito “sorpassato” e “inutile” lo strumento delle sanzioni volte a dissuadere l’Iran dallo sviluppo del proprio programma nucleare, di natura meramente civile ma sospettato di una dimensione militare.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha infatti spiegato all’agenzia Isna che il programma nucleare iraniano ha scopi pacifici e si sviluppa sotto la supervisione dell’Agenzia atomica internazionale, come si evince anche dalla dichiarazione finale del vertice dei 120 Paesi Non Allineati svoltosi pochi giorni fa a Teheran. “Per tanto – ha dichiarato l’esponente del dicastero – la strategia europea è un sorpassato approccio di bastone e carota”.
Nella diatriba sul nucleare iraniano c’è chi ci guadagna e chi ci perde: a portare a casa affari d’oro sono le aziende statunitensi ed israeliane che vendono armi ai paesi dell’area mediorientale, i quali si stanno dotando di ogni sorta di materiale bellico per ogni evenienza.
A perderci sono i cittadini europei ed in primis quelli italiani, i quali ricevevano proprio dall’Iran il 12% del proprio fabbisogno petrolifero e che oggi si trovano a sudare sette camicie per fare il pieno di benzina e per pagare il conseguente aumento dell’inflazione.
A quanto spiegato recentemente dall’agenzia Bloomberg, dall’embargo iraniano stanno traendo benefici in particolare la Cina, il Giappone e la Corea del Sud, i quali stanno acquistando petrolio dall’Iran (+ 19%) a buon prezzo.