Nuovo anno della Federazione nazionale dei consoli. Intervista a Roberto Galanti

di Domenico Letizia

Notizie interessanti per la diplomazia italiana: la Federazione nazionale dei consoli (Fenco), che raggruppa i diplomatici e i consoli esteri in Italia, ha recentemente eletto e rinnovato le cariche e il Consiglio direttivo per il triennio 2017/ 2019 alla presenza del ministro degli Esteri Angelino Alfano. Obiettivo della federazione è sempre stato quello di tenere alto l’importanza del servizio svolto dai diplomatici, ambasciatori e consoli, dei Paesi riconosciuti dal ministero degli Affari esteri operanti in Italia, soprattutt, con le sfide emergenti dell’attualità globalizzata e dei processi migratori. Tentiamo di comprendere le prospettive del nuovo triennio con Roberto Galanti, console onorario della Repubblica di Moldavia in Italia e neoeletto a responsabile della federazione in numerose regioni italiane.

– L’Unione Europea è avvolta da sfide senza precedenti, sia a livello mondiale che al suo interno: conflitti regionali, terrorismo, pressioni migratorie crescenti, protezionismo e disuguaglianze sociali ed economiche. Che obiettivi e quali punti focali sono emersi dal confronto dei vari consoli presenti nel nostro Paese?
“L’unione europea vive un periodo difficile di sfide, conflitti, interpretazioni, mancanza di tatto e di cooperazione effettiva. Oggi più che mai ci è la necessità di una unione forte. Nessuno dei nostri paesi dispone della forza e delle risorse necessarie per affrontare da solo tali minacce e cogliere le opportunità del nostro tempo. Le crisi all’interno e al di là delle nostre frontiere incidono direttamente sulla vita dei nostri cittadini. In tempi difficili un’Unione forte è un’Unione che pensa in modo strategico condivide una visione e agisce unita. Noi abbiamo la responsabilità collettiva di rendere la nostra Unione più forte. I cittadini europei hanno bisogno di unità d’intenti tra i nostri Stati membri, e di unità di azione in tutte le nostre politiche. Un mondo fragile richiede un’Unione Europea più sicura e responsabile, richiede una politica estera e di sicurezza europea aperta e lungimirante. Questo è uno degli argomenti che sono stati trattati in seno al consiglio nazionale della FENCO a Roma dove era presente il ministro Alfano. Unanime la considerazione tra i diplomatici presenti della importanza dello scambio tra i paesi e il ruolo delle rappresentanze diplomatiche. E’ necessario rilanciare dei partenariati esterni. Nel perseguire i nostri obiettivi, dovremmo entrare in contatto con Stati, Enti e organizzazioni internazionali. Solo con la solidarietà e la cooperazione potremo avere qualche chance di sopravvivenza”.

– Dopo la recente sessione generale della FAO, svoltasi a Roma, rappresentati di tutti i Continenti si confrontano sulla problematica della fame nel mondo, uno dei dilemmi che più attanaglia la diplomazia internazionale. Che proposte e che prospettive la Federazione nazionale dei consoli propone alle istituzioni competenti
L’argomento della fame nel mondo non può essere considerato come un problema degli altri, ma un problema comune che oggi tocca alcuni paesi ma è latente anche nei paesi più sviluppati. La composizione diplomatica può innanzitutto far emergere, nel particolare, qualche cosa di più specifico portando sui tavoli di competenza le situazioni reali e non le supposizioni. Noi viviamo in tempi di crisi esistenziale, all’interno e all’esterno dell’Unione europea e quindi il nostro progetto europeo, che ha portato pace, prosperità e democrazia senza precedenti, viene messo in forte dubbio. Secondo l’opinione dei colleghi presenti a Roma, sarà necessario metterci mano in modo serio ed onesto. La fame non si cura con l’invio di danaro, ma con progetti articolati e bisogna far presto, poiché “la troppa fame” non fa ragionare e quando non si ragiona si commettono sciocchezze. L’attuale sistema alimentare, per esempio, non funziona, sono troppe le persone che soffrono. Se è vero che sono necessari cibo e acqua, è altrettanto vero che è necessario investire in modo mirato con un piano di sviluppo concreto che interrompa il circolo vizioso delle carestie e getti le basi per una speranza di futuro migliore. In questo, credo, che le forze diplomatiche possano assolvere ad un compito importante”.

– Patria europea o Europa delle patrie: come coniugare in ambito diplomatico il sogno di una casa Europa nel periodo storico in cui l’Europa rischia di cedere?
“Non credo che l’Europa arrivi a cedere perché non converrebbe a nessuno e la soluzione è solo quella della corsia preferenziale della solidarietà e della cooperazione. L’Europa deve essere considerata come la sintesi obiettiva di tutte le patrie che convergono su una patria unica, mettendo da parte i personalismi. Non voglio fare la predica, ma credo che oggi più che mai tutti devono metterci del proprio in una convergenza necessaria. Non si possono lasciare stati in crisi pericolosa e chi si è avvantaggiato dalla Ue deve fare qualche passettino indietro”.

– Presso la sede sociale Fenco si è tenuta alla presenza di Angelino Alfano, ministro degli Affari esteri e della Gooperazione internazionale nel governo Gentiloni, l’Assemblea dei Soci 2017. Quali sono le novità evidenziate?
“Le novità che sono la logica conseguenza della rappresentanza diplomatica sul territorio sono quelle di aver presentato la consistenza della federazione e l’intenzione di essere sempre più presenti sul territorio, scambiando le informazioni tra i diplomatici aderenti e comunicando, laddove possibile, anche al Ministero degli Affari Esteri le decisioni e le proposte. Si è anche parlato dei problemi relativi alle targhe (macchine) consolari che spesso non sono considerate nella esatta misura dalle amministrazioni locali”.

– Che programmi Lei ha per l’implementazione progettuale del nuovo triennio della Fenco e quale lavoro sta svolgendo anche con il consolato Onorario?
“Sono appena arrivato in Federazione considerando che la mia nomina a console onorario della Repubblica di Moldavia per la circoscrizione Marche Abruzzo è recentissima, ma il primo pensiero, visto che la federazione ha voluto nominarmi responsabile, per il triennio in altre regioni, è quello ambizioso di organizzare, sentito ovviamente il direttivo e la presidenza, una due giorni con tutti i Consoli ed Ambasciate esistenti nella fascia mediterranea. La sede naturale potrebbe essere la Sicilia oppure la Campania. Ritengo che si tratti di un avvenimento, non facile, ma di notevole portata e che “significa” proporre anche azioni di prosperità e pace. L’evento coinvolgerebbe oltre le istituzioni, anche molti imprenditori che spesso non hanno le giuste informazioni per valutare i percorsi di cooperazione internazionale. Sono convinto, come ho sempre sostenuto, che il gioco di squadra, in questo caso di portata internazionale, è sicuramente vincente e foriero di risultati”.