ONU. Sviluppo, il mondo sta diventando meno diseguale

Adnkronos, 14 mar 13 –

Norvegia, Australia e Stati Uniti sono i paesi in cui si sta meglio, secondo quanto emerge dal nuovo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) basato sull’indice di sviluppo umano che tiene conto di diversi fattori considerati significativi per il benessere di una popolazione, oltre a quelli puramente economici, quindi non solo il reddito ma anche la salute e l’istruzione. La classifica vede agli ultimi posti la Repubblica Democratica del Congo squarciata dal conflitto e il Niger colpito dalla siccità, paesi che tuttavia sono fra quelli che hanno realizzato i maggiori progressi nell’Isu a partire dal 2000. I nuovi dati mostrano ”consistenti miglioramenti nello sviluppo umano di molti paesi. Negli ultimi decenni, i paesi del mondo intero mostrano una convergenza verso livelli più elevati di sviluppo umano, come suggerisce l’indice” si legge nel Rapporto 2013. ”Tutti i gruppi e le regioni hanno visto notevoli miglioramenti per tutte le componenti dell’Indice, con un progresso più rapido nei paesi a basso e medio Isu. Su queste basi, il mondo sta diventando meno disuguale”. Sono infatti 14 le nazioni ad aver registrato ”impressionanti progressi” nell’Isu, superiori a 2 punti percentuali all’anno a partire dal 2000 – in ordine di miglioramento si tratta di: Afghanistan, Sierra Leone, Etiopia, Ruanda, Angola, Timor Est, Myanmar, Tanzania, Liberia, Burundi, Mali, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo e Niger. In maggioranza si tratta di paesi africani con un indice basso, molti dei quali escono da lunghi conflitti armati. Ciononostante, i dati mostrano come tutti abbiano di recente ottenuto dei significativi progressi per frequenza scolastica, aspettativa di vita e aumento del reddito pro capite.
La maggior parte dei paesi nelle fasce più alte dell’Isu hanno registrato solidi progressi a partire dal 2000, sebbene a livelli più bassi di miglioramento assoluto dell’Isu rispetto a quelli con i migliori risultati nel gruppo a basso Isu. Hong Kong, Lettonia, Repubblica di Corea, Singapore e Lituania hanno ottenuto il maggior miglioramento in 12 anni nel quartile a sviluppo umano molto alto; Algeria, Kazakhistan, Iran, Venezuela e Cuba sono i primi cinque fra i paesi ad alto sviluppo umano; Timor Est, Cambogia, Ghana,Repubblica Democratica Popolare del Laos e Mongolia sono le nazioni con i maggiori miglioramenti nel raggruppamento a sviluppo umano medio. Globalmente il trend complessivo mostra un miglioramento incessante nello sviluppo umano. In effetti, nessun paese per il quale erano disponibili dati esaustivi registra oggi un valore Isu più basso rispetto a quello del 2000.
L’Allegato statistico del Rapporto 2013 include anche due indici sperimentali, l’Indice multidimensionale di povertà (Imp) e l’Indice di disuguaglianza di genere (Idg). L’Idg è progettato per misurare la disuguaglianza di genere in base a quanto rivelato dai dati nazionali su salute riproduttiva, empowerment femminile e partecipazione ai mercati del lavoro. Paesi Bassi, Svezia e Danimarca primeggiano nell’Idg, con la minor disuguaglianza di genere. Le regioni con la maggior disuguaglianza di genere in base alle misurazioni Idg sono Africa sub-sahariana, Asia meridionale e Stati arabi. L’Indice multidimensionale di povertà (Imp) analizza fattori al livello familiare – quali alfabetizzazione degli adulti, iscrizioni dei bambini alle scuole, mortalita’ infantile, accesso all’acqua potabile, all’elettricità e agli impianti fognari, come pure i beni familiari essenziali e le costruzioni edilizie – che presi insieme forniscono un ritratto più esaustivo della povertà rispetto alla sola misurazione del reddito. L’Imp non va impiegato per confronti fra le nazioni, a causa delle significative differenze tra i paesi dati disponibili dalle indagini familiari. Si stima che nei 104 paesi per i quali e’ stato calcolato l’Imp, circa 1,56 miliardi di persone — o più del 30% delle loro popolazioni combinate — vivano in una condizione di povertà multidimensionale. Le nazioni con le percentuali più elevate di ‘poveri Imp’ sono tutte in Africa: Etiopia (87%), Liberia (84%),