RUSSIA. Liberati i 30 di Greenpeace, D’Alessandro a casa

Notizie Geopolitiche –

d'alessandro christianE’ finalmente tornato a casa Christian D’Alessandro, il 34enne napoletano arrestato in Russia con altri 29 per essersi lo scorso 18 settembre portati fin sotto la piattaforma petrolifera russa Prirazlomnaya, situata nel Mar di Pecora, parte del Mar Glaciale Artico a nord della Russia, utilizzando la rompighiaccio olandese Arctic Sunrise: arrestati ed accusati in un primo momento di pirateria, articolo 227 del Codice penale che prevede fino a 15 anni di reclusione, si sono visti poi attenuare la loro posizione con l’accusa di teppismo, reato che prevede comunque fino a 7 anni di carcere, grazie all’evidente intervento politico di Mosca.
Dopo essere stati due mesi in prigione, D’Alessandro e gli altri erano stati rilasciati in attesa del processo dietro il pagamento di una cauzione di 45 milioni di rubli (18mila euro), e comunque con il divieto di lasciare il paese.
A cambiare radicalmente la loro situazione è intervenuta l’amnistia proclamata dal presidente Vladimir Putin per celebrare i 20 anni di Costituzione russa o, se si vuole, in vista delle olimpiadi invernali di Sochi.
In Russia non tutti erano convenuti sulla rigidità con cui erano stati trattati gli attivisti, per quanto è evidente che il messaggio che si era voluto dare era che con Mosca non si scherza: già il consigliere del Cremlino per i Diritti umani Mikhail Fedotov aveva affermato che le accuse mosse dal magistrato “sono ridicole”: “non c’è la minima base per parlare di pirateria – aveva detto Fedotov – . Avrebbero allo stesso modo potuto incriminarli per stupro di gruppo a danno della piattaforma”.