Se dietro a tutto c’è la vendita di armi…

di Enrico Oliari –

fabius laurentL’annunciato incontro di Parigi tra i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti verterà principalmente su due capitoli: la modifica della proposta di Risoluzione della Francia sull’intervento in Siria, in linea con quanto uscito dall’incontro di Ginevra del Segretario di Stato Usa John Kerry con il ministro degli Esteri Russo Serghei Lavrov, e soprattutto l’avvio della vendita di armi ai ribelli siriani da parte della Francia.
Il capo del Quay D’Orsay, Laurent Fabius, sta lavorando infatti al progetto di dare una mano all’economia francese con la fornitura di armi alle opposizioni ormai da tempo, basti pensare che alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea di giugno era stato il più irremovibile, insieme al collega inglese Hague, fino a spuntarla ed a far andare su tutte le furie coloro che ritenevano e ritengono ancor oggi la via diplomatica l’unica perseguibile, come il ministro italiano Emma Bonino.
Infatti il lavoro diplomatico di questi giorni di Fabius si è intensificato in Medio Oriente, dove ha preso contatti con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania, ovvero con chi pagherà le forniture di armi, mentre il Qatar, che ha già staccato assegni per 3 mld di dollari dall’inizio della crisi siriana, sembrerebbe essere stato escluso dal giro sia per i dissapori con Riad, ovvero nell’eterna lotta per acquisire la leadership del mondo arabo, sia perché è risaputo il suo sostegno economico a quella parte di “insorti”, come nordafricani, ceceni, mediorientali e caucasici, che partecipano alle formazioni qaediste di Jabat al-Nusra, dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante e della Brigata di Aisha la Madre dei credenti.
Il teatro siriano quindi un affare d’oro, altro che minaccia di un attacco gratuito contro il regime! E mentre Parigi e Londra si sfregano le mani “aiutando” gli oppositori di al-Assad, Mosca sostiene Damasco e fa viaggiare navi cariche di elicotteri e di armi verso i porti siriani, sempre più tutelata dal fatto che ognuno “aiuta” chi vuole: la Siria è oggi più che mai una gallina dalle uova d’oro e la strategia di minacciare un attacco pur sapendo che non ci sarebbe mai ha semplicemente posto chi faceva la voce grossa nella posizione di poter intervenire… nel ricco commercio di armi.
Si scannino, quindi! Va bene per tutti. Tranne che per i profughi e per la gente che c’è in mezzo. Ma quella è un’altra questione.