SIRIA. 1.300 persone uccise a Damasco dai gas. Sabra, ‘annientamento’

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Armi chimicheDopo il ritrovamento di 1.300 persone uccise a Damasco dalle armi chimiche, eccidio al momento imputabile al regime, da Istanbul è intervenuto il portavoce della Coalizione siriana George Sabra, il quale ha dichiarato che tale massacro rappresenta “un significativo punto di svolta per le operazioni del regime”. “Questa volta – ha aggiunto Sabra – non si tratta di terrore, ma di annientamento”.
Sabra ha spiegato che tra le vittime vi sono 300 persone morte a Hamouriyah, 150 a Duma, 100 a Kafr Batna e 100 a Saqba, tutti sobborghi orientali della capitale siriana; a queste vanno aggiunte altri cento morti a Muaddamiya, a sud di Damasco.
Da parte sua il regime di Bashar al-Assad ha negato di aver fatto uso di armi chimiche, ma non dovrebbe passare molto tempo perché si possa giungere alla verità, dal momento che da ieri sono presenti in Siria i 14 ispettori inviati dalle Nazioni Unite proprio per appurare se nel conflitto in corso sono state usate armi chimiche e da chi.
In passato le prove raccolte avevano potuto dimostrare anche responsabilità da parte degli insorti; d’altro canto le armi chimiche sono di facile ritrovamento nel paese mediorientale, che ad oggi ne detiene il maggior arsenale al mondo.
Anche l’Unione europea, per bocca del capo della diplomazia, Catherine Ashton, ha espresso disappunto ed ha chiesto una commissione d’indagine: “Abbiamo appreso con grande preoccupazione le informazioni riguardanti un possibile utilizzo di armi chimiche da parte del regime siriano – ha dichiarato la Ashton – : tali accuse dovranno essere oggetto di un’inchiesta immediata e approfondita. L’Ue considera totalmente inaccettabile l’uso di armi chimiche”.