Siria. Conquistata dai ribelli Dabiq: l’Isis perde la propria città simbolo

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dabiq-mappaDuemila anime, intorno solo campi verdi: la città di Dabiq, situata tra Aleppo e il confine turco, non riveste certo un ruolo strategico nel quadro del conflitto siriano. Dabiq è stata teatro nel 1516 della battaglia finale in cui gli Ottomani sconfissero i Mamelucchi, consolidando l’ultimo califfato della storia. Secondo un hadith (aneddoto sulla vita di Maometto, che fa parte della Sunna), Dabiq è anche fondamentale dal punto di vista escatologico: è il luogo dove i “crociati” verranno sconfitti dai musulmani “prima dell’Apocalisse”.
Proprio per il significato altamente simbolico l’Isis ha intitolato la propria rivista alla piccola città e sempre per questo lì ha stanziato 1.200 jihadisti, sconfitti oggi dai ribelli siriani turcomanni che hanno attaccato dopo dieci giorni di bombardamenti da parte dei militari turchi.
Lo Stato Islamico, che a Dabiq aveva proclamato la propria costituzione e che lì voleva scontrarsi con l’esercito cristiano, ha perso con la caduta della città ampi spazi di territorio nell’area, certamente un duro colpo per un’organizzazione che sulla retorica della religione ha fatto uno dei propri pilastri.
“In questa terra seppelliamo il primo crociato e aspettiamo gli altri per lo scontro finale”, aveva detto nel video Jihadi John, terrorista di origine britannica, mentre a Dabiq decapitava nel novembre 2014 Peter Kassig, l’ex Ranger dell’esercito americano che cercava di portare aiuti e soccorsi ai siriani.

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