Siria. Ospedali e scuole bombardati: rimpallo di accuse. I turchi continuano a colpire i curdi

di Enrico Oliari

Siria ospedale msf distruttoSarebbero una cinquantina le vittime di raid su due scuole e cinque ospedali nel nord della Siria: lo ha riferito il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon attraverso il portavoce Farhan Haq, il quale ha spiegato che il numero uno del Palazzo di vetro “è profondamente preoccupato dalle notizie di attacchi missilistici su almeno cinque strutture mediche e due scuole tra Aleppo e Idlib, che hanno ucciso quasi 50 civili, inclusi bambini” e che considera gli attacchi aerei “palesi violazioni delle leggi internazionali”.
Tra gli edifici centrati vi è anche l’ospedale di Medici senza frontiere di Maarrat al-Numan, nella provincia di Idlib, dove le vittime sarebbero state 9, perlopiù del personale sanitario e un bambino.
E’ tuttavia giallo su chi sia stato a colpire le strutture, con uno scandaloso rimpallo di accuse che vede in primis il premier turco Ahmet Davutoglu additare la Russia; a sostenere che gli aerei che hanno sganciato i missili erano “verosimilmente russi” vi è anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione tuttavia vicina alle opposizioni e con sede a Londra.
Per i russi e per i siriani di Damasco la colpa va ricercata fra le forze statunitensi: l’ambasciatore siriano a Mosca Riyad Haddad ha dichiarato che sono stati i jet Usa a colpire ospedali e scuole e si è detto certo che i russi “non hanno nulla a che fare con questo”; Mosca al momento si è limitata a respingere ogni addebito.
Per gli statunitensi sono invece stati gli aerei di Bashar al-Assad, segno che “il regime e i suoi supporter continuano questi attacchi, senza motivo e senza sufficiente riguardo per gli obblighi internazionali di preservare le vite civili: si tratta di uno schiaffo alle richieste unanimi da parte dell’International Syria Support Group”.
Per tentare di portare le varie parti a rispettare l’accordo raggiunto a Monaco pochi giorni fa si è recato a Damasco l’inviato Onu Staffan De Mistura, il quale nelle prossime ore dovrebbe incontrare il ministro degli Esteri, Walid al-Muallem.
A preoccupare la comunità internazionale è anche la situazione al confine con la Turchia, dove da tre giorni l’artiglieria di Ankara sta bombardando i curdo-siriani dell’Ypg. Il premier Ahmet Davutoglu ha i bombardamenti in territorio siriano, riportando che “Elementi dell’Ypg sono stati allontanati dall’area intorno ad Azaz. Se si avvicineranno di nuovo affronteranno la più dura reazione” della Turchia. Anche il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, Tanju Bilgic, ha detto che “Come effetto del fuoco di artiglieria e degli attacchi dalla Siria verso il nostro Paese a partire da sabato, abbiamo agito secondo le nostre regole d’ingaggio. Sabato, domenica e oggi, abbiamo risposto nell’ambito delle nostre regole d’ingaggio”.
Ismet Yilmaz, ministro della Difesa turco, è intervenuto oggi in Parlamento smentendo che mezzi o uomini turchi siano entrati in territorio siriano, come invece aveva dichiarato ieri al-Muallem, certo al punto di aver chiesto una convocazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
L’area, in territorio siriano e quindi in barba al diritto internazionale, colpita dai bombardamenti e quindi somberata dai curdi dell’Ypg è una di quelle che la Turchia usa quale corridoio ufficialmente “umanitario”, da dove fin dall’inizio del conflitto è transitato di tutto, comprese le armi fornite ai ribelli e ai gruppi jihadisti.
Sull’escalation in corso è intervenuta la Pesc Federica Mogherini, la quale ha dichiarato che “La posizione dell’Unione europea è chiara, cessare tutte le ostilità in Siria, salvo quelle che hanno come obiettivi Daesh o al-Nusra. Ed è la posizione che tutti, inclusi la Turchia e la Russia, hanno sottoscritto”. “Se non siamo coerenti su questo, la guerra in Siria non finirà mai. Sappiamo, o almeno noi in Europa ne siamo certi, che non c’è una soluzione militare” alla guerra in Siria.
Da notare che proprio al-Nusra, diramazione siriana di al-Qaeda, è alleata dei ribelli e presente in forze ad Aleppo e a Idlib.
Mogherini ha quindi bollato come “totalmente inaccettabile ciò che è successo oggi a un ospedale di Medici senza frontiere”.