Siria. Sempre più segnali di cedimento dello zoccolo alawita

di Enrico Oliari –

Si frantuma sempre di più il fronte al-Assad nella complicata crisi Siriana, dove gli interessi sovranazionali, in particolare di Russia, Israele e Cina, stanno impedendo l’intervento delle Nazioni Unite e dove la cifra dei morti sta drammaticamente raggiungendo le 30.000 unità: a dare sempre più segni di cedimento è lo zoccolo alawita del regime, il quale comprende quel ramo dell’Islam sciita al potere in Siria fatto soprattutto di alte cariche dell’esercito, di personaggi politici, di imprenditori e di intellettuali.
E così, dopo il cambio di bandiera illustre del premier Hijab e di una sfilza di generali e di diplomatici, il Time ha raccolto la testimonianza di militari che hanno defezionato e che ora combattono con i ribelli, tra i quali il capitano Omar, combattente ribelle alawita, che descrive Assad come un ”macellaio” e racconta di aver disertato quando il regime siriano ha iniziato a colpire i quartieri civili della sua città natale.  ”al-Bashar ci sta dicendo che sono i sunniti a massacrarci – ha dichiarato al Time via Skype dalla Siria -. Ma è lui che sta spaventando gli alawiti e li sta spingendo verso il baratro. Questo perché l’esercito sta uccidendo la gente per strada”.
La nota scrittrice, poetessa e politico Rasha Omran già dai primi giorni della rivoluzione si è schierata con gli insorti.  “Purtroppo il lavoro del regime siriano durante tutti questi anni ha lasciato il suo segno – ha dichiarato poche settimane fa in una serata a Milano alla quale partecipava Massimo Cacciari –  facendo credere che la comunità alawita in Siria sostenga il regime. Invece noi sappiamo, e tutti in Siria possono testimoniarlo, che tutte le comunità hanno partecipato a questa rivolta”. Ed al Time, “’E’ un regime dittatoriale, quello di al-Assad. Come posso sostenere un governo che uccide i suoi civili?”.