Spannaus: “Perché rivince Trump”

“Candidato anti-sistema, usa abilmente i suoi guai giudiziari per accreditarsi come martire”.

a cura di Gianluca Vivacqua

Ha scalato il Partito Repubblicano partendo da fuori, abbattuto come birilli gli avversari interni a esso, parlando alla pancia del Paese, poi ha sbaragliato Hillary Clinton sberlinando la sua organicità al vecchio establishment. Quindi, dopo quattro anni di Casa Bianca degni del più sinistro imperatore della dinastia giulio-claudia, laddove non ha potuto un tentativo di impeachment è riuscita l’epidemia di coronavirus, disastrosamente gestita. E ora: ci risiamo? Adda tornà Ciuffone, a Washington? A Andrew Spannaus, l’acuto analista che nel 2016 si chiedeva, per i tipi di Mimesis, Perché vince Trump, chiediamo se nel 2024 il suo saggio potrebbe avere magari un seguito. Spannaus, fondatore della newsletter Transatlantico.info, commenta la politica Usa per Rai News 24 e RSI, la Radiotelevisione svizzera, ed è docente nel Master in Economia e politiche internazionali all’ASERI, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

– Dottor Spannaus, che cosa ha determinato la vittoria di Trump la prima volta e cosa potrebbe determinarla ora?
Nel 2016 Donald Trump ha condotto la sua campagna elettorale intorno a due grandi temi, la contestazione della globalizzazione e delle guerre da cambiamento di regime, che gli ha permesso di sconfiggere un establishment autoreferenziale e lontano dalla realtà di molti cittadini. La forza di questa critica è stata sufficiente per superare tutti i suoi difetti, fornendogli il margine necessario per arrivare alla Casa Bianca oltre il sostegno “populista” di chi ha abbracciato il suo stile provocatorio e le sue proposte anche pericolose.
Ad oggi risulta molto danneggiato presso gli elettori indipendenti a causa della minaccia che rappresenta per le istituzioni democratiche; il 6 gennaio ha dimostrato i rischi a cui si andrebbero incontro, e infatti potrebbe essere condannato ad anni di prigione prima del voto del 2024. Tuttavia Trump rimane un candidato che si caratterizza per proposte decisamente fuori dal coro, l’unico repubblicano, per esempio, che non ha paura di fare una critica frontale alla guerra in Ucraina e di invocare la politica industriale per rafforzare l’economia americana. I suoi avversari sono in buona parte ancorati ad una visione vecchia, da conservatori anni Ottanta in cui la preoccupazione principale è come ridurre la spesa pubblica ed affermare una visione della politica estera non lontana da quella dei neoconservatori. Si tratta di retorica apparentemente facile, ma con implicazioni pratiche negative per la popolazione, e quindi che permette a Trump di rimanere in partita nonostante le sue grandi debolezze
“.

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Qual è la differenza tra un De Santis e un Jeb Bush?
Jeb Bush si presentava come un repubblicano classico, con anche la disponibilità di lavorare in modo bipartisan su alcuni temi, ad esempio l’immigrazione, posizione che gli ha procurato non poche critiche. Ron DeSantis, invece, abbraccia le battaglie culturali divisive del partito di oggi, cercando di attingere all’energia degli elettori che sostengono Donald Trump. All’inizio di quest’anno sembrava che DeSantis potesse riuscire a parlare ad entrambe le anime del partito: i populisti della base e anche la dirigenza più istituzionale. Ma invece di fare una sintesi, è risultato poco convincente ad entrambe le parti, non deciso a sostenere posizioni nuove ma troppo intento a calcolare gli effetti politici delle sue dichiarazioni. Oggi sta cedendo il ruolo di principale sfidante di Trump, perdendo terreno di fronte all’ascesa di Nikki Haley, una conservatrice più classica che non ha alcuna intenzione di dimostrare apertura verso le posizioni più populiste in politica estera“.

– Cosa ha sbagliato l’amministrazione Biden?

L’amministrazione Biden ha operato abbastanza bene in questi tre anni, continuando e potenziando il nuovo corso iniziato da Donald Trump in termini di politica industriale, con effetti tutto sommato positivi sulla possibilità del paese di competere a livello strategico negli anni a venire. Gli effetti di queste politiche, però, richiederanno tempo a dispiegarsi, mentre il prezzo della benzina o della spesa al supermercato colpisce subito l’elettore. E i progressi incrementali non bastano quando si viene da decenni di politica post-industriale che ha generato precarietà e ha indebolito fortemente la classe media.
In politica estera Joe Biden cerca di giocare su due sponde: afferma il suo sostegno convinto all’Ucraina come ad Israele, per poi perseguire una posizione più moderata dietro le quinte, evitando i rischi di escalation con la Russia e lavorando per affrontare la situazione umanitaria a Gaza.
È un approccio pragmatico, non rivoluzionario, che porta anche a dei risultati concreti, e che nel tempo potrebbe essere importante per evitare il pericolo di conflitti di portata non solo regionale ma di fatto globali. Ma anche qui, i problemi sono così profondi, la polarizzazione così netta, che azioni incrementali vengono percepite da entrambi gli schieramenti come troppo timide, lasciando Biden esposto a critiche politiche e accuse di debolezza che danneggiano fortemente la sua immagine
“.

– Perché un uomo che è uscito sostanzialmente indenne dall’assalto a Capitol Hill potrebbe capitolare sulle carte trafugate a Mar a Lago? È un nuovo Watergate?


Il punto centrale da capire in merito ai vari processi di Donald Trump è che lui non nega alcune delle accuse nel merito, come tra l’altro nessuno lo difende in questo senso. Piuttosto afferma che come presidente (ed ora ex-presidente, seppur lui affermi di aver vinto nel 2020) aveva il diritto di fare ciò che voleva, e quindi che ogni azione giudiziaria fa semplicemente parte di una campagna politica per distruggerlo.
È senz’altro vero che le istituzioni profonde del paese vorrebbero mettere Trump fuori gioco, e hanno ottimi motivi per farlo visto come si è comportato prima, durante e dopo Capitol Hill; ma ormai le prove concrete di attività illecite sono abbondanti e quindi diventa probabile una sua condanna già nella primavera dell’anno prossimo. Trump manca di rispetto per la legge e per le istituzioni, il che mette in secondo piano i cambiamenti anche importanti che ha introdotto come presidente
“.