Taiwan. I principali partiti dell’opposizione non trovano l’accordo su candidato congiunto alla presidenza

di Alberto Galvi

In vista delle prossime elezioni di gennaio, il Partito nazionalista e il Partito popolare di Taiwan non sono riusciti a trovare un accordo su un candidato congiunto alla presidenza, mettendo ancora una volta in dubbio la loro capacità di spodestare il partito al potere. Il mancato accordo su un candidato congiunto lascia l’attuale vicepresidente William Lai del Partito Democratico Progressista come favorito.
William Lai spera di succedere alla presidente Tsai Ing-wen, che ha raggiunto il limite dei due mandati. Con le elezioni sono in gioco le relazioni di Taiwan con la Cina e con gli Stati Uniti. L’approccio duro di Tsai ha fatto per lungo tempo innervosire la Cina, che ha risposto con esercitazioni militari nei mari e nei cieli intorno a Taiwan. Gli Stati Uniti a loro volta hanno garantito sostegno a Taiwan e venduto armamenti di ogni genere.
I nazionalisti e il Partito popolare di Taiwan hanno concordato tre giorni fa di individuare un candidato alla presidenza e uno alla vicepresidenza. Non è chiaro se saranno in grado di risolvere le loro divergenze entro il 24 novembre prossimo, data limite per la registrazione dei candidati. Il vicepresidente Lai Ching-te, il candidato presidenziale del Partito Democratico Progressista al governo, ha guidato quasi costantemente i sondaggi d’opinione, lasciando i candidati del principale partito d’opposizione Kuomintang, Hou Yu-ih, e il Partito Popolare di Taiwan, Ko Wen-je, a contendersi il secondo posto. Anche un quarto candidato, il miliardario fondatore del colosso tecnologico Foxconn Terry Gou, si è unito alla corsa.
Il Partito Democratico Progressista ha favorito legami più stretti con gli Stati Uniti come un modo per preservare lo status separato di Taiwan dalla Cina. I nazionalisti hanno affermato che legami più amichevoli con la Cina rappresentavano un approccio migliore, e anche il Partito popolare di Taiwan, relativamente nuovo sulla scena politica, ha sostenuto la costruzione di relazioni amichevoli e di reciproca prosperità con la Cina.
La Cina rivendica Taiwan come proprio territorio. I due si erano divisi durante la guerra civile che portò i comunisti al potere in Cina nel 1949, con i nazionalisti perdenti che istituirono a Taiwan il proprio governo.