Taiwan. Il vicepresidente Lai prevede visite negli Usa e in Paraguay: le proteste della Cina

di Alberto Galvi

La scorsa settimana il vicepresidente di Taiwan William Lai ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali di gennaio. Ha anche reso noto che il ​​mese prossimo Lai effettuerà visite negli Stati Uniti e in Paraguay, cosa che ha suscitato la rapida protesta dalla Cina. Pechino si oppone a qualsiasi azione che possa elevare il profilo internazionale di Taiwan.
I dettagli devono ancora essere rilasciati su dove Lai potrebbe fermarsi ad agosto e cosa potrebbe fare negli Stati Uniti. Lai parteciperà il 14 agosto alla cerimonia di giuramento del neoeletto presidente del Paraguay, Santiago Peña. Pechino è molto scettica nei confronti di Lai perché è un membro del DPP (Partito Democratico Progressista), e anche per la sua posizione sulla sovranità di Taiwan. 
Sia Lai che l’attuale presidente Tsai Ing-wen sostengono che Taiwan sia già uno Stato indipendente, per quanto non membro delle Nazioni Unite in quanto la Repubblica Popolare Cinese ha assunto la sua sede nel 1971. Attualmente solo 13 paesi hanno relazioni diplomatiche formali con l’isola: Belize, Haiti, Isole Marshall, Nauru, Palau Guatemala, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Eswatini, Tuvalu e Santa Sede. Come molti altri paesi, gli Stati Uniti non hanno legami formali con Taiwan, ma sono il più grande sostenitore internazionale dell’autonomia dell’isola.
La Cina vede Taiwan come una parte inseparabile del proprio territorio e ha da tempo espresso opposizione all’interazione ad alto livello tra i funzionari di Taipei e quelli di altri paesi. Ciò non ha impedito a un numero crescente di funzionari, legislatori e leader di visitare Taiwan e funzionari di Taipei altri paesi. In risposta la Cina ha intensificato le sue attività militari nei pressi dell’isola.