La Rappresentanza di Taiwan in Italia replica all’intervento dell’ambasciatore cinese Jia Guide: “Le relazioni tra Taiwan e la Cina dovrebbero basarsi sul rispetto reciproco e sull’assenza di un rapporto di subordinazione. Questa posizione riflette la reale situazione esistente tra le due sponde dello Stretto di Taiwan, soddisfa gli interessi di entrambe le parti e si allinea con lo spirito e le norme del diritto internazionale.
Secondo il diritto internazionale, tra le condizioni che definiscono la sovranità di uno Stato vi sono quelle di possedere un territorio, una popolazione e un governo e la capacità di intrattenere relazioni con gli altri stati. Taiwan soddisfa pienamente tutti questi requisiti, dimostrando di essere stato sovrano indipendente.
Il presente e il futuro di Taiwan dipendono dalla volontà dei suoi 23 milioni di abitanti. Taiwan è un paese democratico, libero e sovrano, con una propria moneta e un proprio esercito, con un parlamento e un presidente eletti direttamente dai propri cittadini. Tutti questi sono valori ed elementi specifici di un’identità taiwanese che si è sviluppata in modo autonomo nel corso degli ultimi settanta e più anni. Utilizzare termini quali “separatismo” o “riunificazione” è dunque concettualmente errato. La storia ci racconta e ci dimostra che Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese non sono mai state soggette l’una all’altra.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale furono firmate la Dichiarazione del Cairo (1943) e la Proclamazione di Potsdam (1945), le quali stabilivano che i territori occupati o conquistati dal Giappone a partire dal 1914 avrebbero dovuto essere restituiti alla Repubblica di Cina, nome ufficiale di Taiwan. La Repubblica di Cina è cosa diversa dalla Repubblica Popolare Cinese, che è stata costituita nel 1949 e che dunque all’epoca delle due dichiarazioni non esisteva ancora.
Nel 1971, la Risoluzione 2758 delle Nazioni Unite chiarì che la Repubblica Popolare Cinese dovesse essere il rappresentante della Cina all’interno dell’ONU. La risoluzione tuttavia non menziona la questione della rappresentanza di Taiwan nelle organizzazioni internazionali, né afferma che Taiwan faccia parte della Cina. La Risoluzione 2758 è completamente diversa da ciò che la Cina sostiene con il “principio dell’unica Cina”.
La volontà di Pechino di distorcere a proprio vantaggio i trattati e le dichiarazioni internazionali con interpretazioni unilaterali, mette a serio rischio lo status quo che ha sempre caratterizzato i rapporti nello Stretto di Taiwan e che Taiwan desidera preservare in nome della pace e della stabilità regionale.
Il mantenimento della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan è un obiettivo che si fonda su un consenso internazionale di alto livello. Taiwan, la Cina e la comunità internazionale condividono questa responsabilità.
Il governo taiwanese, basandosi sul rispetto reciproco e sulla pace, è disposto a dialogare e cooperare apertamente con tutte le parti interessate, impegnandosi al massimo per raggiungere questo obiettivo e contribuire al benessere della comunità internazionale”.
Taiwan. La Rappresentanza in Italia, ‘la pace è responsabilità di tutti’
Mantenere la pace nello Stretto di Taiwan è una responsabilità condivisa tra Taiwan e Cina.