Giornale Diplomatico * –
Taiwan auspica di acquisire un peso più rilevante in seno all’Interpol essendo disposta a svolgere un ruolo più importante nella lotta alla criminalità transnazionale. A parlarne con il Giornale Diplomatico è stato l’ambasciatore Vincent Y. C. Tsai, rappresentante diplomatico di Taiwan in Italia.
“Negli ultimi anni, la globalizzazione ha accelerato lo sviluppo transnazionale della criminalità, consentendo ai criminali e ai beni illeciti di spostarsi rapidamente attraverso i confini. Che si tratti di traffico di droga, traffico di esseri umani o criminalità informatica, le attività criminali non sono limitate a un singolo paese o regione, ma rappresentano una sfida per l’intera comunità internazionale. Pertanto, per combattere efficacemente la criminalità transfrontaliera e salvaguardare la sicurezza e la stabilità globali, è essenziale rafforzare la cooperazione internazionale in materia. La partecipazione di Taiwan darebbe slancio a tali sforzi, consentendo a tutti i Paesi di lavorare fianco a fianco per affrontare le minacce comuni alla sicurezza, garantire la stabilità e la prosperità della comunità internazionale e difendere la sicurezza e la pace per tutti gli esseri umani”, ha detto il diplomatico di Taipei.
Secondo il Numbeo Global Database di quest’anno, ha proseguito l’ambasciatore C. Tsai, “Taiwan si colloca al quarto posto tra 147 Paesi in tutto il mondo nell’indice di sicurezza. Questo risultato è dovuto in gran parte al basso tasso di criminalità violenta, al forte senso di sicurezza della comunità e all’efficace applicazione della legge con una forte cooperazione civica. Le statistiche indicano che a Taiwan si registrano poco più di 1.200 episodi criminali ogni 100.000 persone, con un tasso di omicidi pari a un modesto 2,3%, una cifra ben al di sotto della media globale. Questa classifica non solo costituisce un prezioso riferimento per i viaggiatori internazionali, ma anche un importante punto di riferimento per i governi che riesaminano le politiche di sicurezza pubblica. L’ottimo risultato di Taiwan nelle classifiche globali sulla sicurezza dimostra che la sua capacità di applicazione della legge e il suo ambiente sicuro sono riconosciuti a livello internazionale”.
Il rappresentante di Taipei ha poi ricordato che “le autorità di polizia di Taiwan vantano una vasta esperienza e competenza nella prevenzione della criminalità, nel mantenimento della sicurezza pubblica e nella cooperazione internazionale. Hanno ottenuto risultati significativi nella lotta contro i reati legati alla droga e alle frodi informatiche, guadagnando a Taiwan una solida reputazione nella comunità internazionale”.
Ma questi risultati non bastano ad accreditare l’Isola nella lotta alla criminalità transnazionale. Come ha notato il diplomatico, “a causa di vincoli politici, Taiwan non può partecipare formalmente all’Interpol e accedere alle piattaforme multilaterali essenziali per la collaborazione in materia di criminalità. Ciò limita la sua capacità di condividere e ricevere informazioni critiche in modo tempestivo, dando ai criminali transnazionali la possibilità di espandere le loro operazioni e minacciare sia la sicurezza interna di Taiwan che la rete di sicurezza globale”.
Ad esempio, ha continuato, “negli ultimi anni, le tattiche utilizzate per commettere frodi hanno continuato ad evolversi e le organizzazioni criminali transnazionali hanno spostato le loro operazioni in paesi come Cambogia, Thailandia, Myanmar e Laos. Hanno attirato nella regione decine di migliaia di vittime da tutto il mondo con false opportunità turistiche e lavorative. Le vittime vengono intrappolate in complessi residenziali, dove sono costrette a commettere frodi. Alcune di loro sono persino sfruttate sessualmente, vendute ad altri gruppi criminali o trafficate per il prelievo di organi. Le forze dell’ordine di Taiwan vantano una vasta esperienza e comprovate capacità nella lotta alle frodi transnazionali, ma la loro esclusione dai canali multilaterali impedisce loro, purtroppo, di scambiare informazioni in tempo reale. Altri casi di tratta di esseri umani riguardano l’industria della pesca. Talvolta Taiwan individua navi coinvolte in attività di tratta di esseri umani, lavoro forzato o pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Tuttavia, attualmente non ha accesso al sistema di comunicazione globale della polizia per segnalare informazioni e coordinare le attività di contrasto in tempo reale. Tali ritardi possono comportare la perdita di prove, la fuga dei sospetti e il protrarsi delle sofferenze delle vittime. La tratta di esseri umani è un crimine di portata globale. L’esclusione di Taiwan per motivi politici compromette il quadro di applicazione della legge della comunità internazionale e dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione”.
Eppure, ha aggiunto l’ambasciatore C. Tsai, “l’Interpol da tempo facilita la cooperazione globale per identificare e salvare i bambini vittime di sfruttamento sessuale, contrastare la distribuzione di immagini illegali correlate e impedire ai responsabili di sfuggire all’azione penale viaggiando o continuando le loro attività all’estero. Nel 2024, Taiwan ha bloccato un forum online dedicato allo sfruttamento sessuale minorile su larga scala chiamato ‘Creative Private Room’. Il forum, che contava oltre 5.000 membri, consentiva la facile distribuzione di materiale pedopornografico e contenuti voyeuristici, utilizzando pagamenti in criptovaluta per eludere i controlli delle forze dell’ordine. Il mandante del sito, identificato online come Old Horse, aveva sede in Cina. Il caso Creative Private Room ha riguardato comunicazioni crittografate, reti anonime, riciclaggio di criptovalute e coordinamento transfrontaliero, tutte sfide chiave che la comunità internazionale deve attualmente affrontare nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori. Il caso ha messo in luce la determinazione e la forte capacità di Taiwan nell’affrontare la criminalità informatica, sottolineando al contempo il suo impegno e la sua disponibilità a cooperare con il resto del mondo per proteggere i minori e combattere lo sfruttamento sessuale transnazionale online”.
È quindi ben evidente, ha detto ancora il diplomatico di Taipei, che “l’esclusione di Taiwan dall’Interpol, in particolare, rappresenta una perdita significativa per l’intera comunità internazionale. È importante sottolineare che la risoluzione adottata dall’Interpol nella sua 53ª Assemblea Generale nel 1984 non escludeva la partecipazione di Taiwan. Le autorità di polizia di Taiwan rimangono pronte e disposte a contribuire in modo significativo al lavoro dell’Interpol sulla base dell’uguaglianza. Taiwan invita quindi tutti i Paesi a sostenerla nei forum internazionali e ad adottare misure concrete per appoggiare la sua richiesta di partecipare in qualità di osservatore alla 93ma Assemblea Generale dell’Interpol e di partecipare in modo significativo alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell’Interpol”.
Inoltre, “Taiwan deve avere accesso al sistema di comunicazione globale della polizia I-24/7 e ai programmi di formazione dell’Interpol, in modo che non vi siano lacune nella rete di sicurezza globale che, senza Taiwan, è incompleta”, ha concluso l’ambasciatore Vincent Y. C. Tsai.
* Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.












