Taiwan. Tsai Ing-wen, ‘La guerra con la Cina non è un’opzione’

di Andrea Cantelmo

“Il confronto armato con la Cina non è assolutamente un’opzione. Solo rispettando la sovranità, la democrazia e la libertà di Taiwan potranno tornare delle interazioni costruttive nello Stretto”. E’ questa la parte più rilevante della lettera della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, indirizzata a Papa Francesco.
Nella missiva è stata sottolineata anche l’importanza del mantenimento della pace, soprattutto in luce di quanto sta avvenendo tra Russia e Ucraina, ma ciò può passare esclusivamente “attraverso un piano condiviso dai leader nazionali per la preservazione della sicurezza regionale”.
Taiwan e la Cina si sono separate nel 1949 a seguito di una violenta guerra civile e da allora non hanno intrattenuto relazioni diplomatiche ufficiali, ma le loro economie sono fortemente interconnesse con scambi commerciali da miliardi di dollari ogni anno. La Cina non ha mai fatto mistero di considerare Taiwan come parte integrante del suo territorio nazionale e di volerlo formalizzare entro il 2049, data fissata dall’attuale presidente Xi Jinping che segna il centenario della fondazione della repubblica Popolare Cinese.
Taiwan è riconosciuto a livello internazionale da 14 Stati, tra cui l’unico su suolo europeo è proprio Città del Vaticano. La relazione con gli Stati Uniti d’America è molto particolare, perché Washington ha sempre assicurato all’isola il massimo aiuto nell’eventualità di un’invasione cinese ma non ha mai riconosciuto ufficialmente Taiwan seguendo il principio di ‘Una sola Cina’, modificato a maggio dello scorso anno con la cancellazione dei riferimenti con cui veniva riconosciuto il Governo della Repubblica Popolare Cinese come l’unico legalmente rappresentativo della Cina.
Le tensioni tra Cina e Taiwan si sono inasprite dal 2016, quando è arrivato al potere il Partito Progressista Democratico (PPD) scalzando il Kuomintang, storicamente sempre più amichevole nei confronti di Pechino. La visita a Taipei nell’agosto dello scorso anno – osteggiata dallo stesso Biden – dell’ormai ex speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha esacerbato lo scontro dialettico tra le due parti, scatenando una catena di esercitazioni militari lungo lo Stretto che ora è diventato uno dei luoghi a cui si guarda con maggior apprensione per un possibile scoppio di un nuovo scontro armato.