Thailandia. Il partito MFP non potrà formare il governo

di Alberto Galvi

Il partito politico progressista thailandese MFP (Move Forward Party), che ha vinto il maggior numero di seggi alle elezioni generali, è stato escluso da una coalizione per formare il prossimo governo. I deputati conservatori si oppongono fermamente al partito per la sua proposta di riforma della legge che vieta le critiche alla monarchia del paese.
Da tre mesi è in atto lo sforzo per formare un governo e selezionare un nuovo premier, nonostante il MFP avesse riunito una coalizione di otto partiti mettendo insieme 312 seggi su 500 alla Camera. Tuttavia, secondo la costituzione emanata dai militari, la conferma di un nuovo primo ministro richiede la maggioranza dei voti sia della Camera al Senato, questo composto da 250 senatori nominati dal precedente governo militare.
Dopo due tentativi falliti, il MFP ha ceduto la guida per la formazione di un nuovo governo al secondo partito populista della coalizione. Il Parlamento prevede di riunirsi nei prossimi giorni per il terzo tentativo di individuare il successore di Prayuth Chan-ocha, che come comandante dell’esercito ha preso il potere con un colpo di Stato del 2014.
Il partito Pheu Thai tenterà di formare un governo di coalizione senza il MFP, e proporrà come premier il magnate immobiliare Srettha Thavisin.