‘Tra Roma e Islamabad’: intervista all’ambasciatore Salem

a cura di Dario de Marchi * –

Tra Roma e Islamabad, le capitali dell’Italia e del Pakistan, intercorrono quasi 7.200 km. Ma i due Paesi sono molto vicini e non solo in termini di relazioni bilaterali e economici. Nello Stivale vivono ormai oltre 121 mila pakistani, tanti quanti sono gli abitanti di una provincia come Siracusa. Nella sola Lombardia sono più di 40 mila, oltre 22.700 in Emilia Romagna e quasi 6 mila nel Lazio. Ed oggi celebrano la Festa nazionale della Repubblica Islamica del Pakistan. Le relazioni diplomatiche tra Pakistan e Italia sono state stabilite nel 1948.
I due Paesi hanno mantenuto solidi rapporti bilaterali. Le relazioni pakistane con l’Italia hanno registrato progressi costanti negli ultimi anni, generando un incremento nella consistenza e nella diversificazione, con particolare attenzione non solo al commercio e alle relazioni economiche, ma anche alla difesa, all’istruzione, alla cultura e ai contatti interpersonali. E oggi l’Italia è uno dei più stretti alleati politici del Pakistan nell’Unione Europea, uno dei più affidabili fornitori di attrezzature militari, terzo partner commerciale e uno dei principali investitori del continente europeo.
A rappresentare il Pakistan in Italia è l’ambasciatore Jauhar Saleem, 58 anni, originario di Lahore, sposato con due figli. In servizio diplomatico dal 1985, prima di arrivare a Roma ha prestato servizio al ministero al desk USA, Medio Oriente ed Europa, per poi trasferirsi a Brasilia, ad Ankara e come ambasciatore in Bosnia Erzegovina, nel Bahrain e poi in Germania. È giunto a Roma nell’aprile 2020 ed è considerato uno dei diplomatici più esperti del Pakistan. Le sue competenze oltre che all’Italia si estendono anche all’Albania, alla Slovenia e alla Repubblica di San Marino.
In occasione della Festa Nazionale del Pakistan, l’ambasciatore Saleem ha accettato di rispondere alle domande del Giornale diplomatico.

– Dal dicembre scorso l’Italia ha la Presidenza del G20, che mira a concentrarsi su “Persone, Pianeta e Prosperità”. Quali sono la posizione e le aspettative del Pakistan riguardo tali rilevanti questioni?
“Il crescente divario di ricchezza tra i Paesi e all’interno delle popolazioni, l’allarmante cambiamento climatico e il suo impatto e le economie logorate, soprattutto dopo la pandemia, sono tutte gravi sfide che ci aspettano e che richiedono un approccio coordinato. La triplice attenzione dell’Italia per Persone, Pianeta e Prosperità è l’approccio giusto in quanto definisce chiaramente le sfide globali interconnesse a questi tre aspetti fondamentali.
Il Pakistan e di fatto tutti gli altri Paesi in via di sviluppo guardano al G-20, in questo frangente storico, come guida per fornire soluzioni reali per le economie, in modo da crescere senza aumentare la pressione del debito, assumere una posizione comune per affrontare il cambiamento climatico e continuare a lavorare verso lo sviluppo sostenibile”
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– Quale è lo stato attuale delle relazioni bilaterali tra Pakistan ed Italia e come ha cercato di migliorarle da quando è arrivato a Roma l’anno scorso?
“Il Pakistan e l’Italia godono di eccellenti relazioni bilaterali, con un’ampia cooperazione anche a livello multilaterale. I nostri due Paesi sono entrambi membri dell’“Uniting for Consensus Group” e regolarmente estendono il sostegno reciproco alle rispettive candidature. L’Italia e il Pakistan hanno anche gradualmente ampliato le loro relazioni attraverso incontri periodici nell’ambito di diversi meccanismi bilaterali. Pure le relazioni economiche sono una componente vitale dell’attuale cooperazione bilaterale.
Nonostante sia arrivato a Roma nel pieno della pandemia da Covid 19, con l’aiuto dei miei colleghi del Ministero degli Esteri Italiano e di altre Agenzie Internazionali ho contribuito a sostenere lo slancio della cooperazione poliedrica attualmente in corso. Proprio il mese scorso il Pakistan e l’Italia hanno tenuto il quarto giro di Consultazioni Politiche Bilaterali tra i due Ministeri degli Esteri. Attualmente stiamo lavorando per tenere il Secondo giro di consultazioni consolari tra i ministeri degli Interni e la quinta sessione della Commissione economica congiunta.
Considero anche le relazioni commerciali e di investimento tra Pakistan e Italia un tema prioritario. Stiamo lavorando con l’ICE Agenizia e con l’UNIDO su diversi settori complementari come tessile, pellame, bestiame ed agricoltura. Credo che l’attuale volume di scambi commerciali tra Italia e Pakistan possa essere significativamente aumentato, concentrandosi soprattutto sui settori corrispondenti e la facilitazione di incontri B2B. Sto infatti prestando particolare attenzione a questo aspetto della cooperazione bilaterale”
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– Come dovrebbero evolvere le relazioni internazionali del Pakistan dopo la fine dell’emergenza Covid 19, soprattutto tenendo conto delle numerose sfide che il Paese dovrà affrontare sia a livello nazionale che regionale, come la crescita della popolazione e l’instabilità regionale?
“Nell’era della post-pandemia, l’interesse principale del Pakistan riguarderà la prosperità economica ed il benessere della crescente popolazione del Paese. Il Pakistan sta perseguendo con fermezza gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche se l’attuale scenario economico globale, nel mezzo della pandemia, pone una grande sfida per i Paesi in Via di Sviluppo come il Pakistan. Questa è una delle ragioni per cui il primo ministro Imran Khan ha sostenuto attivamente la ristrutturazione del debito, in modo che le economie emergenti possano far fronte all’impatto della pandemia.
La nostra attenzione nel raggiungere ricchezza e prosperità attraverso partnerships, si allinea perfettamente con il nostro obiettivo in politica estera di mantenere relazioni pacifiche e amichevoli e promuovere la connettività. Crediamo fortemente nell’integrazione economica regionale e nella promozione del commercio. E questi temi restano al centro della nostra politica estera nonostante le numerose sfide. Il Pakistan sta lavorando per diventare un futuro hub di connettività, collegando il Medio Oriente e i mercati africani con l’Asia meridionale e centrale. Attualmente stiamo lavorando sul rivoluzionario corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC), che è parte integrante della Belt and Road Initiative cinese e sarebbe fondamentale per aumentare la connettività da est ad ovest.
Il Pakistan è concentrato sul raggiungimento di un tasso di crescita costante e sull’investimento nella sua popolazione giovane e dinamica, con l’obiettivo di creare un mercato più ampio, promuovendo l’innovazione e lo sviluppo economico. Questo obiettivo coincide con la nostra politica di pace interna ed estera.
Per quanto riguarda la sicurezza regionale, vorrei aggiungere che il Pakistan è stato un forte sostenitore di una soluzione pacifica per il conflitto in Afghanistan. E crede che una pace duratura potrebbe essere raggiunta solo attraverso un processo di pace diretto e guidato dall’Afghanistan”
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– Qual è l’importanza del ricorrenza del 3 marzo, festa nazionale per il Pakistan?
“Il 23 marzo di 81 anni fa fu approvata la storica Risoluzione sul Pakistan che portò alla lotta decisiva per il raggiungimento di una patria separata per i musulmani dell’Asia meridionale. La risoluzione del 23 marzo rappresentava la visione che fu poi messa in pratica dal nostro dinamico leader e fondatore, Quaid i Azam Muhammad Ali Jinnah.
Il giorno segna la realizzazione del sogno dei nostri antenati di una patria separata e serve come simbolo di speranza per i movimenti di autodeterminazione in tutto il mondo”
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– Il Pakistan come ha affrontato finora la pandemia di Covid-19? Qual è la sua strategia per l’iniziativa di vaccinazione?
“Il Pakistan ha saputo affrontare l’emergenza relativamente bene rispetto a molti paesi in Europa e nelle Americhe. Durante la prima ondata in Europa, il governo pakistano ha agito tempestivamente per controllare il crescente numero di casi, mettendo in pratica una strategia coerente. Al fine di proteggere le fasce economicamente vulnerabili della popolazione, il Governo del Pakistan ha ideato un nuovo meccanismo di ‘Smart Lockdown’, attraverso il quale alcune aree nelle quali si sono registrati casi di Covid-19 sono state chiuse, mentre le attività commerciali ed altre aree delle città non a rischio sono state autorizzate a rimanere aperte. Questo approccio ha impedito la diffusione di infezioni, permettendo allo stesso tempo che l’economia non si arrestasse. Inoltre, il Pakistan ha puntato su un sistema operativo semplificato del vaccino antipolio per combattere la pandemia di Covid-19, soprattutto per promuovere l’importanza del distanziamento sociale.
Il Pakistan ha anche cominciato a mettere in pratica il suo piano vaccinale. Il primo ciclo di vaccinazione per gli operatori sanitari è stato completato e abbiamo iniziato a vaccinare anche la popolazione comune, dando la precedenza a chi andasse in contro a rischi legati all’età e alle condizioni di salute”
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* Articolo in Mediapartnership con Giornale diplomatico.