Tunisia. Indignazione per l’azione provocatoria di Salvini

di Bessem Ben Dhaou

SFAX. Il gesto del leader della Lega Matteo Salvini di suonare durante la campagna elettorale a Bologna al campanello di una famiglia tunisina chiedendo se lì abitano spacciatori ha provocato in Tunisia un’ondata di indignazione e di condanne, nonché la riciesta di scuse ufficiali da parte del governo romano.
L’ambasciata tunisina di Roma ha presentato una protesta formale al Senato italiano per quello che viene descritto come un “atto provocatorio” da parte del senatore Salvini contro una famiglia tunisina di migranti.
L’ambasciata ha da subito emesso una dichiarazione in cui viene espressa “la condanna di questa operazione provocatoria”, rilevando che “è stata eseguita illegalmente e di fronte ai media senza rispettare la privacy della famiglia interessata, cosa che rappresenta una distorsione della reputazione della comunità tunisina nei confronti dell’opinione pubblica italiana”. Per la rappresentanza diplomatica questo il senatore italiano contraddice il suo ruolo di membro di un’istituzione che da lunga data ha una stretta cooperazione e rapporti di scambio con la Tunisia.
L’ambasciatore tunisino in Italia, Moez Senawi, ha dichiarato a Radio Mad di aver protestato per questo incidente e di aver inviato un messaggio al presidente del Senato italiano denunciando ciò che Salvini ha fatto e ha chiesto scuse, aggiungendo che si trattava di “un comportamento vergognoso e diffamatorio nei confronti della comunità tunisina”.
Waheed Gharibi, membro dell’Associazione “Nuove generazioni” in Italia, ha dichiarato al quotidiano “al-Sabah News” che “l’Associazione tunisina della diaspora, che comprende centinaia di tunisini che vivono in Italia, intende presentare una querela contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini”.