Turchia e Siria vicine al conflitto: diplomazie al lavoro per placare l’ira di Ankara

di Enrico Oliari –

Potrebbe rivelarsi un’escalation dagli esiti imprevedibili la reazione della Turchia al il colpo di mortaio sparato nel pomeriggio da parte siriana e caduto sulla cittadina turca di Akcakale, causando cinque morti: Ankara ha fatto immediatamente partire un bombardamento di alcuni obiettivi siriani lungo il confine, ma questo è solo l’ultimo segnale di una tensione crescente, iniziata dopo l’abbattimento da parte dell’esercito di al-Assad, di un aereo turco lo scorso luglio.
Un eventuale conflitto fra i due paesi potrebbe avere effetti imprevedibili nell’area, anche perché, lo ricordiamo, la Siria ospita una consistente base militare russa nei pressi di Tartus, mentre la Turchia è un paese membro della Nato.
Proprio per questo l’Alleanza atlantica, convocata in una riunione urgente ieri sera su richiesta di Ankara in base all’articolo 4 del Trattato che prevede l’obbligo di consultazioni tra alleati in caso di minaccia di attacco, ha espresso ”solidarietà” alla Turchia.
Ankara sostiene inoltre che la Siria abbia dato sostegno economico ai nemici storici del Partito curdo dei Lavoratori (Pkk), per il quale già aveva chiesto (e si era vista negare) una zona cuscinetto di oltre 20 chilometri oltre il confine, in territorio siriano.
Dopo i fatti di oggi, Nato e Russia potrebbero proprio arrivare a concedere lo spazio di interdizione per placare l’ira turca nei confronti di Damasco; in serata è arrivato dall’Onu il monito del Segretario generale Ban Ki-moon, rivolto alla Siria, ovvero di “rispettare pienamente l’integrità territoriale dei Paesi vicini”, e di ”porre fine alla violenza contro la popolazione”.