Turchia. May vende a Erdogan jet da guerra. Mentre continua la repressione dei curdi

di Shorsh Surme

Il premier britannico Theresa May si è recata ieri in Turchia per discutere con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan delle crisi del Medio Oriente e della questione di Cipro.
In conferenza stampa Erdogan ha spiegato che “Abbiamo discusso della situazione in Siria e Iraq, della cooperazione nel quadro dei negoziati di Astana e della continuazione del processo di Ginevra”. May ha aggiunto che “Abbiamo anche parlato dei negoziati su Cipro e l’intenzione di raggiungere una soluzione accettabile per le parti”.
Mentre avveniva la visita, in Turchia continuavano gli arresti da parte della polizia e dei servizi segreti (il famigerato MIT) di cittadini di entina curda e di membri e di parlamentari del Partito Democratico dei Popoli (HDP), in quella che è la brutale repressione non solo nei confronti di 20 milioni di curdi, ma anche dell’opposizione turca.
E’ comprensibile che il Regno Unito, in vista della Brexit, sia alla ricerca di nuovi partner economici, ma sulle repressioni in corso nel paese May non ha detto nulla. Eppure non è possibile per una democrazia occidentale chiudere gli occhi su quanto sta accadendo in Turchia, e basterebbe andare nelle prigioni turche per vedere la situazione dei carcerati a seguito del fasullo golpe del 15 luglio 2016 e non solo.
Erdogan senza dubbio ha accolto l’occasione per conquistare la fiducia dei britannici dicendo che “La Turchia è uno dei più vecchi amici del Regno Unito, tant’è che i nostri rapporti risalgono ad oltre 400 anni”. Ha poi aggiunto che “c’è molto da costruire in futuro”.
Appare evidente che il “sultano” non abbia dimenticato il famoso trattatoo Sykes-Picot, un nome che in occidente è stato in gran parte scordato. Si tratta di un’intesa risalente al la Prima guerra mondiale tra diplomatici britannici e francesi per la spartizione di quello che oggi è il Medio Oriente. L’accordo fu preparato ed approvato in modo segreto, senza che venisse discusso nei rispettivi parlamenti o in occasione di una conferenza internazionale. La data a cui viene fatta risalire la sua ratifica è il 16 maggio del 1916, e la cosa favorì proprio la Turchia di Mustafa Kemal Ataturk. Tutt’oggi la principale vittima di questo sciagurato accordo rimane il popolo curdo.
E’ quindi un peccato che il primo ministro di un paese democratico come la Gran Bretagna possa comportarsi in questo modo, firmando accordi con Erdogan per la vendita di jet da combattimento per un costo di 100 milioni di sterline.
Andrew Smith, della Campagna contro il commercio di armi, ha detto al giornale The Guardian che “L’accordo firmato con la Turchia ha confermato che il Regno Unito è disposto a vendere armi a paesi che infrangono le leggi internazionali e che continuano nella violazione dei diritti umani”.