Ucraina. I tartari collaborano con Kiev contro i russi

A pesare le secolari vessazioni da parte di Mosca.

di Alberto Galvi

I tartari sono un gruppo etnico di religione musulmana che ha sempre vissuto soprattutto in Crimea. Dopo che la Russia zarista prese il controllo della Crimea nel 1783, centinaia di migliaia di tartari fuggirono dalla penisola per scampare alla persecuzione religiosa e politica. Sotto Stalin furono accusati di collaborazionismo con i tedeschi e deportati in Asia centrale. Quasi la metà morì di fame o di malattia. I tartari hanno iniziato a tornare in Crimea negli anni Ottanta e sono diventati cittadini ucraini dopo l’indipendenza del 1991. Poi è arrivata l’annessione russa della Crimea nel 2014.
La situazione dei tartari in Crimea è stata dura sin dall’inizio dell’occupazione. La loro repressione è in parte dovuta a motivi religiosi, e in molti della comunità tartara hanno protestato contro l’annessione russa e l’hanno criticata sui media.
Negli ultimi otto anni di presenza russa in Crimea le case degli attivisti sono state perquisite, quasi tutti i media indipendenti tartari sono stati chiusi e i giornalisti locali sono stati costretti ad andarsene. I russi che costituiscono la maggioranza degli abitanti della Crimea hanno ampiamente sostenuto l’annessione del 2014, mentre i tartari sono opposti.
A proposito di integrazione con la Russia, la maggior parte dei circa 300mila tartari della Crimea ha boicottato il referendum voluto da Mosca nel 2014. Le autorità hanno represso duramente la minoranza tartara vietando ai membri dell’assemblea tradizionale, il Mejlis, di riunirsi. Inoltre hanno chiuso un canale televisivo tartaro e hanno arrestato diversi attivisti. Si stima che circa 30mila tartari di Crimea siano fuggiti dal 2014.
La Crimea ha tre lingue ufficiali, russo, tataro di Crimea e ucraino. Con la politica della russificazione attivisti ed esperti locali affermano che le scuole sono scoraggiate dall’insegnare in tataro e in ucraino. Queste politiche mirano a rimuovere tutte le tracce dell’identità e della cultura tartara e a contrastare qualsiasi movimento civile. I tartari hanno comunque ammesso che il paese ha abbastanza moschee e cibo halal, e che lo scorso anno il governo ha stanziato per la prima volta fondi per promuovere la cultura tartara. Il futuro dei musulmani tartari ora dipende in gran parte dall’esito di questa guerra.
Inoltre ci sono oltre un centinaio di tartari di Crimea nelle carceri russe con lunghe pene detentive. La maggior parte di queste persone sono musulmani membri di Hizb-ut-Tahrir, un partito politico islamico bandito in Russia. In Ucraina il partito è legale e non ci sono prove che nessuno dei suoi membri in Ucraina o Crimea fosse collegato ad attività criminali o terroristiche.
A proposito della guerra tra Russia e Ucraina, il Congresso mondiale dei tartari di Crimea ha invitato i membri della diaspora tartara nella penisola e in Ucraina a combattere contro i russi. Inizialmente i funzionari di Kiev hanno respinto le richieste dei tartari di Crimea di formare un’unità tutta musulmana all’interno dell’esercito ucraino. Successivamente sono state riattivate le milizie Dzhokhar Dudayev e Sheikh Mansur, che sono composte principalmente da ceceni e tartari. Foto recenti mostrano ceceni e tartari di Crimea schierati in queste unità che operano in stretto coordinamento con l’esercito ucraino.

(Foto: Depositphotos).