UCRAINA. Kiev riprende il controllo degli edifici governativi di Karkiv e di Donetsk

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ucraina scontriResta alta la tensione in Ucraina, dopo che le Forze di sicurezza di Kiev sono passate al contrattacco ed hanno ripreso il controllo degli edifici governativi di Karkiv, città natale dell’ex presidente Viktor Yanukovich, e di Donetsk, occupati nei giorni scorsi da militanti fedeli a Mosca. Proprio a Donetsk i manifestanti hanno proclamato ieri la Repubblica sovrana di Donetsk ed hanno indetto per l’11 maggio un referendum per l’adesione della regione alla Russia, sul modello di quanto avvenuto in Crimea.
Sul caso è intervenuto oggi senza troppi giri di parole il Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, il quale ha avvertito la Russia di “fare un passo indietro”, ovvero di non commettere nei confronti dell’Ucraina “un errore storico”, che porterebbe “gravi conseguenze per le relazioni” con l’Alleanza. E, ancora una volta, ha invitato il Cremlino a “ritirare le decine di migliaia di soldati” ammassati alla frontiera tra i due Paesi.
Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha accusato esplicitamente la Russia di essere la mente delle sommosse filo-russe ed ha sottolineato che “Non vi può essere giustificazione per azioni simili, che hanno in sé tutte le caratteristiche di una strategia russa per destabilizzare l’Ucraina” (…) “in vista delle presidenziali ucraine del 25 maggio”: per Hague tali agitazioni sono volute per impedire alla impedire all’Ucraina di “funzionare come uno Stato democratico”.
Da Mosca gli ha risposto l’omologo Serghei Lavrov, il quale ha detto ancora una volta che “nessuno deve tentare di addossare colpe agli altri” sulla crisi ucraina. Lavrov ha ribadito la posizione russa, ovvero che venga dato ascolto anche alle posizioni delle popolazioni russofone dell’Ucraina nel quadro di un dialogo che coinvolga anche la Russia, l’Unione europea e gli Stati Uniti secondo un’agenda prefissata.
“Siamo profondamente convinti” – ha spiegato infatti il ministro russo – “del fatto che la situazione non può placarsi e sfociare nel dialogo nazionale se continueranno a esserne ignorati gli interessi” degli ucraini di lingua russa.
Kiev intanto ha inasprito le pene per coloro che sobillano la popolazione alla rivolta contro il potere centrale.