Ucraina. L’Fsb individua ancora spie. Pokrovsk: diserta l’intera brigata “Anna di Kiev”

di Enrico Oliari e Giuseppe Gagliano

Il 3 gennaio il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha annunciato l’eliminazione di un altro agente dei servizi di intelligence militare ucraino, accusato di pianificare un attacco terroristico nella regione di Zaporizhzhia. Secondo l’FSB l’individuo avrebbe opposto resistenza armata durante l’operazione e sarebbe stato trovato in possesso di armi e ordigni esplosivi. L’episodio si inserisce nel contesto di una strategia di Mosca volta a rafforzare il controllo interno, ed effettivamente sono diversi i casi di agenti ucraini individuati e arrestati, compreso l’assassino del generale Igor Kirillov e del suo assistente I. V. Polikarpov, uccisi con una bomba a Mosca lo scorso 17 dicembre.
Nei giorni scorsi l’FSB ha reso noto che sono stati prevenuti in questi mesi una serie di attentati contro il personale militare di alto rango del ministero della Difesa impegnati direttamente o indirettamente nell’”Operazione speciale”, ovvero nella guerra in corso in Ucraina. In dicembre i servizi di sicurezza hanno provveduto all’arresto di quattro cittadini russi coinvolti nella preparazione di nuovi attacchi.
Mentre l’FSB celebra il successo dell’operazione del 3 gennaio, il conflitto continua a causare vittime su entrambi i lati del confine. Nella regione russa di Kursk un civile è stato ucciso da un bombardamento con droni, mentre in Ucraina tre missili hanno colpito una zona residenziale vicino a Chernihiv, causando una vittima e quattro feriti. Kiev e Mosca si accusano reciprocamente di attacchi mirati, in un’escalation che riflette la crescente tensione nonché il ricorso a nuove tecnologie belliche.
Dal 28 dicembre le forze russe hanno ripreso a condurre attacchi di precisione contro infrastrutture critiche ucraine colpendo impianti energetici, fabbriche militari e depositi di munizioni. Mosca sostiene che tali operazioni mirino a indebolire la capacità bellica di Kiev, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che la resistenza ucraina rimane forte e che i piani russi di occupare città strategiche come Kharkiv e Zaporizhzhia sono stati bloccati.
I russi continuano tuttavia ad avanzare nel Donbass, avvicinandosi pericolosamente a obiettivi strategici come la città di Pokrovsk, la cui caduta potrebbe comportare il cedimento dell’intero fronte meridionale. Lì i russi hanno attaccato con ondate di droni e di missili distruggendo in più punti la ferrovia, ma vi è stata anche l’incredibile diserzione di massa di 1.700 militari ucraini, l’intera 155ma Brigata meccanizzata “Anna di Kiev”. Questa era stata addestrata in Francia e in Polonia, ed era stata armata dall’occidente con carri Leopard 2A4 e obici Caesar da 155 mm, ma i soldati hanno lamentato la scarsità di mezzi tecnologici e soprattutto il fatto che quasi tutti fossero senza una reale esperienza sul campo: solo in 51 avevano infatti esperienza di guerra alle spalle. Di 500 di loro ancora non vi è traccia, in diversi potrebbero essersi arresi al nemico.
Nella regione russa di Kursk, dove gli ucraini sono entrati in agosto, è stato al momento respinto il tentativo di offensiva in direzione della fattoria Berdin e dell’autostrada P200, ma anche qui il fatto saliente è che, come riferiscono i comandi russi, i prigionieri fatti sono risultati essere perlopiù nuove leve o individui mobilitati frettolosamente, cosa che potrebbe far pensare a una manovra diversiva. Anche in Crimea i russi stanno costringendo le forze ucraine sbarcate alla ritirata.
Per quanto continui ad essere tenuto sotto un certo livello di intensità, il conflitto in Ucraina sta diventando sempre più una crisi sistemica, alimentata dall’intervento di attori internazionali e dalla mancanza di un reale percorso negoziale. Mentre la Russia intensifica le sue operazioni per consolidare il controllo nei territori occupati, l’Ucraina continua a ricevere supporto occidentale per mantenere il più possibile la situazione.