Ucraina. Pacifico (CI), ‘rafforzare l’isolamento economico e politico della Russia, in Italia serve piano strategico per rilanciare agricoltura’

“Rafforzare l’isolamento economico e politico della Russia attraverso un nuovo pacchetto di sanzioni, continuare a fornire sostegno all’Ucraina e affrontare quella che Berlino ha descritto come la «guerra del grano» condotta da Mosca. Sono queste le conclusioni dei titolari della diplomazia del G7, dopo gli incontri in Germania, che sono in fase di discussione al vertice ministeriale oggi a Bruxelles. Accolgo positivamente la decisione di non riconoscere le frontiere che la Russia tenta di modificare con la forza. Condivido quanto affermato dalla ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, che questi non sono danni collaterali, ma una strategia intenzionale ben congeniata dal Cremlino. Lo dimostra il fatto che oltre 25 milioni di tonnellate di grano sono bloccate nei silos dell’Ucraina. Non va dimenticato inoltre che la Russia sta anche creando le basi per nuove crisi così che la cooperazione internazionale possa essere ridotta. Auspico che dal vertice europeo emergano nuove sanzioni contro la Russia che costringa Putin a fermare questo vergognoso conflitto e tornare sulla strada della diplomazia e del dialogo”. Lo dichiara la Senatrice Marinella Pacifico (Coraggio Italia, Gruppo Misto), Segretario del comitato parlamentare Schengen, Europol ed Immigrazione. “Sul piano nazionale, invece, è necessario tornare ad investire sull’agricoltura con leggi che favoriscano gli investimenti. Per inseguire una linea attenta al profitto immediato, molte aziende hanno preferito acquistare grano e altre materie prime sul mercato mondiale perché i prezzi erano più bassi”. Aggiunge Pacifico, spiegando che “le crescenti difficoltà e la mancanza di un piano strategico nazionale, inoltre, scoraggiano i giovani agricoltori che rischiano di dover abbandonare le produzioni. Oggi l’Italia importa il 53% del mais, il 64% del grano tenero e il 90% circa della soia. Secondo Coldiretti, negli ultimi dieci anni, nel nostro Paese si è perso quasi mezzo milione di ettari coltivati, bisogna porre fine alle politiche miopi del passato favorendo gli accordi di filiera tra produttori agricoli e industrie, così da scoraggiare pratiche sleali e una diversa politica dei prezzi per garantire la sostenibilità finanziaria dei produttori”.