Ucraina. Perché le forze russe faticano nell’offensiva. Intervista a Andrea Gilli

a cura di Francesco Cirillo

In occasione della conferenza della NATO Defense College Foundation Game Changer, che si è tenuta a Roma nei giorni scorsi, abbiamo incontrato Andrea Gilli, Senior researcher al NATO Defense College, con il quale abbiamo approfondito la crisi ucraina focalizzandoci sulla situazione politico-militare.

– La Russia sembra avere trovato difficoltà inaspettate nella sa offensiva in Ucraina, che si sta probabilmente protraendo oltre gli obiettivi temporali fissato. Quali sono state le sottovalutazioni dei vertici russi nell’offensiva?
I vertici militari russi hanno verosimilmente sopravvalutato le loro quinte colonne in Ucraina e creduto troppo supinamente alle informazioni che queste passavano. Di conseguenza non si aspettavano che gli ucraini combattessero in modo preparato e organizzato. Gran parte dei problemi derivano da qui, il resto è il prodotto dell’inefficienza, incompetenza e disorganizzazione delle forze armate russe, a cui corruzione e nepotismo non sono verosimilmente estranei“.

– In quali aspetti politico-militari si è evidenziato il gap tra le forze russe e quelle ucraine?
Di sicuro le truppe russe avevano piani militari non adeguati, logistica inappropriata e in gran parte sono demoralizzate e non abbastanza addestrate. Il contrario vale invece per l’Ucraina che, in un modo o nell’altro, si prepara a questa guerra da 8 anni. Tra gli ambiti più interessanti c’è la vulnerabilità dei carri armati russi e il ridotto ruolo dell’aeronautica russa all’inizio del conflitto“.

– Nonostante la modernizzazione si è notato da parte russa una continuità dottrinale con il pensiero sovietico. Abbiamo sopravvalutato il Cremlino?
Probabilmente molti hanno confuso capacità e volontà. La Russia è molto più debole militarmente di quanto tanti pensavano. E’ molto più intenzionata ad usare la sua forza militare di quanto molti immaginavano. Non è una novità: Unione Sovietica e Russia hanno sempre cercato obiettivi di politica estera che andavano ben oltre i loro mezzi. Dunque la continuità con il passato sovietico non è solo dottrinale, ma anche per certi versi politica“.

– Nel post guerra si rischia una forte influenza cinese in Russia? Ciò potrebbe concedere l’accesso di Pechino alla tecnologia militare convenzionale russa?
Difficile da dire. Molto dipenderà da come evolve il conflitto e quale tipo di accordo verrà raggiunto. Non sono in grado di valutare la politica della Cina, ma mi pare di scorgere un certo equilibrio. Di sicuro, la Russia è retta da un’élite che vuole mantenere il potere e ciò può rappresentare un ostacolo, tanto alla pace con l’Ucraina che a nuove cooperazioni internazionali“.

(Le opinioni sono personali e non riflettono le posizioni ufficiali della NATO o del NATO Defense College).

(Foto: Depositphotos).