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Per il presidente russo Vladimir Putin “gli accordi di Minsk non esistono più”. Era il 2015 quando l’intesa fra Ucraina, Russia, Francia e Germania, sotto l’egida Osce, metteva fine al conflitto del Donbass, un cessate-il-fuoco in realtà mai rispettato, come mai rispettati sono stati gli articoli stessi dell’accordo a cominciare (è questa una delle accuse mosse dal presidente russo) dall’articolo 11, dove si legge: “Effettuare la riforma costituzionale in Ucraina attraverso l’entrata in vigore, entro la fine del 2015, della nuova costituzione che preveda come elemento cardine la decentralizzazione e prevedere una legislazione permanente sullo status speciale delle aree autonome delle regioni di Donetsk e Lugansk che includa, inter alia, la non punibilità e la non imputabilità dei soggetti coinvolti negli eventi avvenuti nelle citate aree, il diritto all’autodeterminazione linguistica, la partecipazione dei locali organi di autogoverno nella nomina dei Capi delle procure e dei Presidenti dei tribunali delle citate aree autonome”.
La crisi tra Nato (leggasi pure Usa) e la Russia si sta quindi aggravando, con i militari russi pronti ad entrare nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e di Lugansk, riconosciute da Mosca come indipendenti. Da Mosca è stato specificato tuttavia che “al momento” non verranno schierate truppe nell’Ucraina orientale.
Intanto dall’occidente fioccano le sanzioni: la Gran Bretagna ha annunciato misure contro cinque banche russe, mentre il Pesc (Alto Rappresentante per la Politica Estera e per la Sicurezza Ue) Josep Borrell ha spiegato che tra gli obiettivi delle iniziative vi è quello di colpire “la capacità del governo e dello Stato russo di accedere a capitali, mercati finanziari e servizi dell’Ue per limitare il finanziamento delle politiche aggressive” della Russia. Anche Borrell si è detto dell’avviso che il riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche da parte Russia sia il pretesto per un intervento aggressivo di Mosca nei confronti dell’Ucraina.
A seguito della “riunione Ministeriale dei Paesi G7 convocata d’urgenza per discutere degli ultimi sviluppi della situazione in Ucraina e coordinare misure di risposta unitaria all’annuncio del presidente della Federazione Russa, che costituisce un gravissimo ostacolo a una soluzione diplomatica alla crisi” – scrive in un comunicato la Farnesina – “Il ministro degli Affari esteri Luigi di Maio ha dichiarato che l’Italia sostiene convintamente l’integrità e la sovranità dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti, e condanna fermamente la decisione della Federazione Russa di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk”.