Ue. Gaffe di Dijsselbloem, ‘i sud europei spendono in donne e vino e poi vogliono gli aiuti’

di Enrico Oliari –

E’ bufera sul presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, dopo che questi ha affermato che i Paesi del sud Europa “spendono soldi in alcol e donne e poi chiedono aiuto”.
Senza dubbio una caduta di stile per Dijsselbloem, che è anche ministro delle Finanze del suo paese, l’Olanda, una figuraccia a cui ora è chiamato a rispondere.
Il primo a farsi sentire è stato lo spagnolo verde Ernest Urtasun, per il quale “Dijsselbloem ha fatto delle considerazioni deplorevoli”, “forse voleva far ridere, ma io ma non credo che fosse una una frase comica”.
Caustico l’ex premier italiano Matteo Renzi, il quale su Facebook ha scritto che “Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha perso un’ottima occasione per tacere. In un’intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i paesi del Sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”.
D’altro canto Dijsselbloem, che viene da un paese con le donnine in vetrina e dove la birra scorre a fiumi, ha visto il suo centrosinistra prendere una sonora mazzata alle politiche del 15 marzo, passando dal 25% al 5%.
Ad un deputato spagnolo che in audizione gli chiedeva chiarimenti e scuse oggi il presidente dell’Eurogruppo ha risposto, nel tentativo di ridimensionare la gaffe, “No, certo che no, mi riferivo a tutti i paesi dell’Eurogruppo che chiedono aiuti non a qualcuno in particolare”. (…)  “Ho solo detto molto chiaramente che la solidarietà va di pari passo con la responsabilità e gli impegni e anche l’Olanda a volte non lo ha fatto. Se si vuole mantenere sostegno politico e dell’opinione pubblica in tutta l’Ue a favore della solidarietà occorre sempre parlare di quali impegni e quali sforzi devono essere fatti da ciascuno. Questo è come la solidarietà dovrebbe funzionare e funzionerà”.