Ue. L’ambivalenza di Borrell affossa la credibilità dell’Unione come arbitro imparziale

di Giuseppe Gagliano –

L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha invitato i paesi membri dell’Ue a imporre sanzioni contro ministri e coloni israeliani per l'”incitamento a crimini di guerra”, una posizione che mostra la crescente frustrazione nei confronti di alcune politiche israeliane. Tuttavia questa iniziativa si inserisce in un contesto geopolitico contraddittorio: Borrell, seppur promotore di misure punitive contro Israele per presunti crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale, ha contemporaneamente avanzato la richiesta di eliminare le restrizioni agli attacchi contro la Russia, in una dicotomia che riflette le tensioni interne all’Unione Europea. Con difficoltà l’esponente della Commissione sta cercando di mantenere un equilibrio tra il supporto alle cause umanitarie e i propri interessi strategici. Da un lato l’Ue condanna con fermezza le azioni che considera contrarie al diritto internazionale; dall’altro, di fronte all’aggressione russa in Ucraina, appare disposta a sostenere un’escalation militare contro Mosca, giustificata dalla necessità di difendere l’integrità territoriale ucraina. Questa ambivalenza mette in luce l’intrinseca difficoltà di mantenere una politica estera coerente e unitaria all’interno di un blocco che comprende 27 Stati membri con visioni spesso divergenti, amplificando il rischio di alimentare critiche sulla selettività e sull’applicazione delle norme internazionali, compromettendo la credibilità dell’Ue come arbitro imparziale sulla scena globale.