Ue. Libia: Borrell, ‘fermare le escalation e l’intervento di potenze straniere’

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L’Unione Europea continua ad insistere, come sta facendo da anni, che la soluzione alla crisi libica debba essere politica e non militare, ed il capo della Commissione, Ursula von der Leyen ha ribadito la necessità che “venga posto fine all’uso delle armi per lasciare spazio al dialogo”. Dialogo un po’ difficile, dal momento che solo ieri il generale “di Tobruk” Khalifa Haftar ha preso la città di Sirte (in realtà in modo incruento, dopo che vi è stata una ritirata strategica a causa del passaggio delle milizie salafite nelle file di Haftar), è alle porte di Tripoli e sta per attaccare Misurata, in una realtà che vede ormai una sovrapposizione di conflitti per via dei supporti ad entrambe le parti di governi stranieri, dalla Turchia agli Emirati Arabi Uniti, all’Arabia Saudita, all’Egitto.
La diplomazia europea conta tuttavia di riuscire a fare la sua parte e procede in modo frenetico negli incontri e nei vertici, ed oggi è atteso a Bruxelles il presidente del Consiglio presidenziale libico (il governo “di Tripoli”) Fayez al-Serraj. Questi verrà ricevuto dal presidente del parlamento europeo David Sassoli e dal Pesc Josep Borrell, il quale ha spiegato al termine del minivertice dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Gb che “urge un cessate-il-fuoco, come pure di fermare l’escalation e le interferenze esterne che sono aumentate negli ultimi giorni ed è ovvio che si fa riferimento alla decisione turca di intervenire in Libia che noi rigettiamo e che fa aumentare le nostre preoccupazioni”.
Vedendosi poi con i commissari Ue in occasione della riunione di collegio, Borrell ha fatto il punto della situazione sulle crisi che investo l’Iraq, la Libia e l’Iran, ed ha affermato che “I recenti sviluppi della situazione in tutta la regione sono estremamente preoccupanti. Una cosa è chiara: l’attuale situazione mette a rischio gli sforzi del passato e ha anche implicazione per l’importante lavoro della coalizione anti-Daesh”.