UE. Sì a nuove sanzioni verso Iran, divergenze su attacco

TMNews, 14 nov 11 –

I paesi europei si sono detti oggi pronti a rafforzare le loro sanzioni contro l’Iran, per arginare le sue ambizioni nucleari, pur divergendo sull’opportunità di un’azione militare. Riuniti a Bruxelles, i ministri degli Esteri dei paesi Ue hanno deciso di inviare un messaggio di fermezza a Teheran, dopo che la pubblicazione, la scorsa settimana, del rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica accusa l’Iran di aver lavorato dal 2003 per produrre la bomba atomica. I ministri discuteranno “di quello che è necessario per mostrare (a Teheran) che questo è totalmente inaccettabile”, ha indicato Catherine Ashton, la responsabile della diplomazia europea prima della riunione. “Dobbiamo prepararci a rafforzare le sanzioni per evitare ogni intervento irreparabile”, ha precisato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. Contro l’Iran sono state adottate già in sede Onu quattre serie di sanzioni di natura economica e finanziaria. Ma europei e americani non hanno grandi margini di manovra al Palazzo di Vetro, vista l’opposizione di Russia e Cina all’adozione di nuove sanzioni. I paesi Ue potrebbero quindi decidere autonomamente di adottare provvedimenti contro le esportazioni di petrolio o contro la Banca centrale iraniana, misure che avrebbero comunque conseguenze dirette sull’economia europea. Tra i paesi Ue ci sono invece divergenze sull’opportunità di un attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani. “Sanzioni più rigorose sono inevitabili se l’Iran continua a rifiutarsi di collaborare con l’Aiea”, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ma “non partecipiamo alla discussione su un intervento militare, riteniamo che queste discussioni siano controproducenti e le respingiamo”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle. Anche il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, ritiene che un attacco militare avrebbe “conseguenze devastanti”, mentre il capo della diplomazia britannica, William Hague, non vuole scartare a priori l’opzione militare: “Tutte le opzioni devono restare sul tavolo” ha detto.