Ue. Un nuovo strumento per aiutare le imprese negli appalti internazionali

di Maurizio Molinari * –

Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sullo strumento per gli appalti internazionali, per offrire opportunità alle imprese europee che partecipano a gare d’appalto fuori dell’Ue. Ha sostenuto l’obiettivo generale della proposta legislativa sullo strumento per gli appalti internazionali (IPI – International Procurement Instrument), ma ne ha modificato la portata e i poteri discrezionali dei Paesi UE nella sua applicazione.
L’IPI incoraggia l’apertura dei mercati degli appalti pubblici dei paesi che proteggono questo settore introducendo delle misure che limitano l’accesso alle gare d’appalto pubbliche dell’UE delle società provenienti da paesi extra UE che non offrono un accesso simile alle imprese europee. Lo strumento autorizzerebbe la Commissione a determinare se, e in quale misura, le imprese di un paese terzo devono essere soggette a una misura IPI.
Il testo è stato approvato con 590 voti favorevoli, 8 contrari e 99 astensioni.

Due opzioni per la Commissione Ue.
Gli euro deputati concordano su due tipi di misure IPI che la Commissione può scegliere per rimediare alla disparità di accesso ai mercati degli appalti pubblici: adeguare il punteggio dell’offerta delle aziende soggette all’IPI (senza influenzare il prezzo da pagare all’aggiudicatario), o escludere l’azienda dalla gara.
Inoltre il Parlamento europeo riduce a due il numero di eccezioni in cui le amministrazioni aggiudicatrici nazionali possono decidere di non applicare le misure IPI (quando tutte le offerte provengono da aziende di paesi soggetti a una misura IPI e nei casi in cui l’interesse pubblico prevalga sulle considerazioni IPI, come nei settori della salute pubblica o della protezione ambientale), estendendo così l’efficacia prevista dello strumento. Tuttavia, i deputati insistono sull’esenzione delle imprese provenienti da paesi meno sviluppati e da quelli in via di sviluppo e vulnerabili.
Nel testo, vengono inoltre incluse tutte le amministrazioni pubbliche europee nel campo di applicazione dell’IPI, così da garantire un’attuazione uniforme in tutti i paesi dell’Unione.

Più gare d’appalto interessate.
Gli eurodeputati propongono due soglie per determinare quali procedure d’appalto siano soggette a una misura dell’IPI: minimo 10 milioni di euro per lavori e concessioni (come la costruzione di autostrade) e 5 milioni di euro per beni e servizi.

Il relatore Daniel Caspary (PPE, DE) ha dichiarato: “Con un voto forte, il Parlamento ha aperto la strada all’IPI, una revisione necessaria degli strumenti dell’UE per rispondere a un ambiente commerciale sempre più ostile. Con le modifiche del Parlamento, abbiamo un’IPI facile da comprendere e da applicare e una riduzione della burocrazia al minimo indispensabile. Il nostro obiettivo è quello di completare i negoziati con i ministri dell’UE entro la prossima primavera. Ora spetta al Consiglio iniziare a lavorare con noi, senza indugio, sulla versione finale di uno strumento efficace, funzionale e semplice”.
Il testo adottato servirà da mandato per la delegazione del PE che il 16 dicembre dovrebbe avviare i negoziati interistituzionali con il Consiglio sulla forma finale della legislazione.
L’Ue ha aperto i suoi mercati degli appalti pubblici in misura significativa ai concorrenti dei paesi terzi e ha sostenuto la fine delle misure protezionistiche sui mercati internazionali degli appalti pubblici.
Il Parlamento ha lavorato sul dossier fin dalla proposta originale della Commissione nel 2012, poi modificata nel 2016. I governi UE hanno raggiunto un accordo sulla propria posizione negoziale solo nel giugno 2021.

* Responsabile Media del Parlamento europeo in Italia.