Usa. La Pfizer abolisce i suoi farmaci per la pena di morte

di C. Alessandro Mauceri

Pena di morte per iniezioneIn molti paesi le esecuzioni capitali sono in aumento. E questo anche in paesi come il Giappone e gli Stati Uniti d’America. Esiste però una notevole diversità nelle modalità di esecuzione. Se in alcuni paesi si ricorre ancora alla decapitazione mediante scimitarra (come, ad esempio, in Arabia Saudita), in altri, come in Giappone, considerati più “civili” la tecnica adoperata è l’impiccagione.
Negli Stati Uniti d’America la pena capitale è prevista in 37 stati su 50 e dal governo federale. Dal 1973 ad oggi, negli Usa sono state emesse 7.254 condanne a morte e di queste 962 sono state eseguite. Qui il metodo più diffuso adoperato per le esecuzioni capitali è quello dell’iniezione letale: al condannato vengono iniettate, una dopo l’altra, tre differenti sostanze. La prima è contiene dei barbiturici molto potenti, la seconda è un farmaco che serve a rilassare i muscoli, la terza è una sostanza che provoca un arresto cardiaco. Sebbene dall’inizio della somministrazione alla morte possano passare diversi minuti (il condannato sedato non reagisce in quanto in stato di incoscienza), l’esecuzione mediante iniezione letale, secondo alcuni, sarebbe “la più umana tra le condanne a morte”.
Nei giorni scorsi però una delle maggiori case farmaceutiche fornitrici di sostanze per le esecuzioni capitali, la Pfizer, ha dichiarato di non voler più fornire i propri farmaci per questo scopo. Anzi, ha comunicato di voler introdurre severi controlli sulla distribuzione dei propri farmaci per assicurarsi che non vengano utilizzati nei bracci della morte delle prigioni statunitensi.
La scelta della casa farmaceutica non è una novità. Molte altre società farmaceutiche americane ed europee avevano recentemente limitato l’accesso a prodotti simili. Le ragioni ufficiali addotte sono state la volontà di evitare errori nelle condanne e le esecuzioni fallite. Errori come quello che si è verificato in Oklahoma, il terzo Stato Usa con la percentuale più alta di pene capitali comminate ai condannati, dove un condannato a morte, Clayton D. Lockett, si è rialzato dopo aver ricevuto l’iniezione letale e ha cominciato ad agitarsi (la causa: una rottura della vena che ha impedito alla sostanza letale di entrare in circolo).
La Pfizer era rimasta praticamente l’unica azienda a fornire questi prodotti. Proprio a seguito della difficoltà nel reperire i farmaci necessari per le esecuzioni alcuni stati americani avevano dichiarato al propria intenzione di ricorrere a questi metodi “alternativi”: in Tennessee, nel 2014, il governatore Bill Haslam ha ratificato la legge che reintroduce la sedia elettrica “in caso di difficoltà con l’iniezione letale”. L’iniezione letale è il metodo in assoluto più utilizzato, seguito ma molto lontano dalla sedia elettrica. Teoricamente però alcuni Stati prevedono anche metodi come l’impiccagione, la fucilazione e l’uccisione in una camera a gas.
Resta da capire se la decisione della Pfizer è realmente legata ad un motivo etico e morale o se la vera ragione non sia economica: negli ultimi anni molte delle case farmaceutiche che hanno vietato la vendita dei loro prodotti ai penitenziari lo hanno fatto per evitare la cattiva pubblicità derivante dall’essere associate con la pena di morte o per non correre i rischi di cause legali in caso di esecuzioni non riuscite.
La vicenda potrebbe avere un peso non indifferente anche sulla corsa alla Casa Bianca: l’argomento è uno dei punti caldi e terreno di battaglia tra i maggiori candidati democratici, Hillary Clinton e Bernie Sanders. Quest’ultimo ha dichiarato la propria intenzione in caso di elezioni di abolire completamente la pena di morte; di diverso avviso l’ex first lady che ha affermato che andrebbe limitata. Ma di abolirla, in caso di successo della Clinton, non si parla affatto.
Intanto nei bracci della morte dei penitenziari americani circa 3.500 detenuti restano rinchiusi in attesa di esecuzione. E dagli anni Settanta, un centinaio di detenuti sono stati rilasciati perché innocenti quando erano ormai da anni nel death row in attesa dell’esecuzione.