Uzbekistan. Approvati in un referendum i cambiamenti costituzionali

di Alberto Galvi

Gli uzbeki hanno approvato in un referendum i cambiamenti costituzionali. Secondo la commissione elettorale centrale del paese, più del 90 per cento di coloro che hanno votato lo scorso 30 aprile hanno optato a favore del provvedimento, fortemente promosso dal governo. Degli aventi diritto al voto hanno preso parte al voto quasi l’85 per cento.
Le modifiche includono riforme sui diritti umani, l’allungamento del mandato presidenziale da cinque a sette anni, pur mantenendo l’attuale limite di due mandati, ma che potrebbero anche consentire al presidente del paese di rimanere in carica fino al 2040. Altre modifiche includono l’abolizione della pena capitale e il rafforzamento delle tutele legali per i cittadini, compresi quelli accusati di reati.
Sebbene il presidente Shavkat Mirziyoyev sia al suo secondo mandato, la modifica della durata del mandato gli consentirebbe di candidarsi altre due volte dopo la fine del suo attuale mandato nel 2026. Sotto il predecessore di Mirziyoyev, Islam Karimov, l’Uzbekistan era uno dei paesi più repressivi della regione. Mirziyoyev è subentrato dopo la morte di Karimov nel 2016.
Il referendum originariamente era stato programmato per lo scorso anno, ma è stato ritardato in seguito ai gravi disordini nella regione del Karakalpakstan, quando è stato annunciato che i cambiamenti avrebbero incluso la revoca del diritto del Karakalpakstan di votare sulla secessione. Il nuovo pacchetto mantiene il diritto di secessione del Karakalpakstan, che costituisce un terzo del territorio dell’Uzbekistan, ma con solo il 5 per cento circa dei 36 milioni di abitanti del paese. Negli scontri scoppiati con la polizia sono morte almeno 18 persone a Nukus, capitale della Repubblica secessionista.