Il Parlamento Ue vota di sospendere l’adesione della Turchia. Mogherini, ‘risoluzione non vincolante’

di Enrico Oliari –

mogherini grandeAumenta la distanza tra l’Unione Europea e la Turchia di Recep Tayyp Erdogan, dopo che ieri il Parlamento europeo ha chiesto con un voto (79 voti a favore, 37 contrari e 107 astensioni) alla Commissione e la Consiglio europeo la sospensione dei negoziati per l’adesione della Turchia all’Ue.
D’altronde quello che accade in Turchia è quanto più distante vi sia dallo spirito europeo, con decine di migliaia di oppositori politici arrestati, compresi insegnanti, magistrati, giornalisti, militari e diplomatici, una dozzina di deputati del partito curdo Hdp privati dell’immunità ed anche loro in prigione, media dell’opposizione chiusi e persino la richiesta del presidente di reintrodurre la pena di morte.
Nella risoluzione del Parlamento si legge infatti che “Le misure repressive adottate dal governo turco nel quadro dello stato di emergenza sono sproporzionate, attentano ai diritti e alle libertà fondamentali sanciti nella costituzione turca e minacciano i valori democratici dell’Unione Europea”.
Si tratta di una risoluzione che, per quanto approvata a larga maggioranza, non vincola ne’ la Commissione ne’ il Consiglio dei Ventotto, ma che si pone in antitesi rispetto a quei leader europei che continuano a voler tenere in piedi canali aperti con Ankara, magari in nome dell’apertura di un mercato di nuovi 75 milioni di consumatori.
D’altronde Erdogan sta rispettando l’accordo di febbraio con l’Unione Europea e sta trattenendo i milioni di profughi siriani, pachistani, afgani e iracheni in Turchia, mentre dei 6 miliardi promessi (quasi 500 milioni la parte dell’Italia), della sospensione dei visti per i cittadini turchi e della ripresa dei processi di adesione si è visto ancora poco o nulla, come ha fatto più volte notare il premier Binali Yildirim.
Dopo il voto la Pesc Federica Mogherini e il presidente turco hanno parlato la stessa lingua nell’affermare che la risoluzione del Parlamento non è vincolante e che non ha nessun valore: nel comunicato dell’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue si legge infatti che “Anche se una decisione che suggerisce di sospendere i negoziati con la Turchia è presa dal Parlamento europeo, questa decisione non è vincolante da un punto di vista giuridico”. Parole forti, che portano però il cittadino medio, l’europeo medio, a chiedersi a cosa serve l’Europarlamento, dal momento che quanto stabiliscono gli eurodeputati eletti non assume valore per la Commissione.
L’uscita di Mogherini prova, insomma che l’Unione Europea vuole avere come valore fondamentale una democrazia a fasi alterne, con una Commissione che vuole far entrare la Turchia neo-ottamanista di Erdogan quale 29mo membro difronte alla realtà di un’opinione pubblica ampia che non ne vuole sapere.
Intanto ad Ankara il presidente turco va avanti per la sua strada e punta a far approvare con il suo partito di maggioranza Akp la proposta di riforma costituzionale in senso presidenzialista, che gli attribuirebbe maggiori poteri e che avrebbe tra le conseguenze quella di lasciarlo al governo del paese fino al 2029, in quanto si ripartirebbe da zero con la conta dei due mandati. La riforma sarà comunque da sottoporre al voto referendario.
A dire il vero negli ultimi tempi Erdogan ha smesso di guardare verso occidente stringendo rapporti sempre più stretti con la Russia di Vladimir Putin, forse proprio perché teme che possa chiudersi la via per Bruxelles. Tant’è che pochi giorni fa, rientrando dall’Uzbekistan, Erdogan ha dato un ultimatum all’Ue dichiarando ai giornalisti che la Turchia “aspetterà fino alla fine dell’anno”, dopodiché aderirà allo Sco: “Sarebbe sbagliato intestardirsi a voler entrare nell’Ue, la Turchia potrebbe vagliare nuove opzioni, come entrare a far parte del patto di Shanghai”.