Usa. E’ caos politico: per la prima volta salta lo speaker della Camera

Kevin McCarthy sfiduciato. Ma Biden rassicura gli alleati sugli aiuti all'Ucraina.

di Enrico Oliari

Aveva osato cercare un compromesso alla Camera per scongiurare e posticipare lo lo shutdown, cioè la mancata approvazione del bilancio che avrebbe bloccato il finanziamento della cosa pubblica, tra cui gli stipendi dei dipendenti federali. E lo aveva fatto cercando un accordo segreto con Joe Biden sui finanziamenti all’Ucraina. Così lo speaker repubblicano Kevin McCarthy è stato silurato con una mozione di sfiducia alla Camera, la prima nella storia degli Stati Uniti. Già i Repubblicani, specialmente i “Maga” (Make America great again) allineati dietro Donald Trump, gli avevano dato del “traditore” e giurato vendetta, per cui la mozione di uno di loro, Matt Gaetz, è passata con 216 voti a favore e 210 contro. Neppure i Democratici, che in qualche modo McCarthy aveva aiutato nel suo ruolo super partes, sono andati in suo soccorso.
Dopo che era saltato il finanziamento di 6,2 miliardi di dollari all’Ucraina, con tanto di accuse al presidente Usa di staccare assegni in bianco per Volodymyr Zelensky, la Casa Bianca contava su McCarthy per far passare una legge ad hoc volta a finanziare la guerra degli ucraini. Difficilmente chi prenderà il suo posto, colui che sarà indicato dallo stesso McCarthy, potrà godere della fiducia della Camera, per cui tra un mese e mezzo si sarà punto e a capo.
Il caos politico che si è generato a Washington rischia quindi di vanificare i proclami garantisti di Biden sugli aiuti a Kiev, ma lo stesso presidente si è premurato di rassicurare in una chiamata di gruppo i leader dei paesi alleati, tra cui Giorgia Meloni, affermando di stare “Tranquilli: nonostante le apparenze, è tutto sotto controllo”.
Una crisi, quella che sta avvenendo negli Usa, che rischia di avere pesanti ripercussioni in Europa, anche perché l’economia è in rallentamento e l’inflazione in crescita, e i cittadini europei sono stanchi di una guerra di fatto provocata dall’occidente per inglobare l’Ucraina nella Nato. Basta fare il pieno all’auto, o pagare la rata del mutuo, per capirlo. Già la Polonia, approfittando della crisi del grano, si è tirata indietro sulla fornitura delle armi all’Ucraina.
I leader europei, compreso quello italiano, hanno comunque risposto a Biden “obbedisco”, ovvero si sono incolonnati dietro al suo “gli aiuti all’Ucraina ci saranno finché serviranno”. Intanto però l’ammiraglio Rob Bauer e il segretario alla Difesa britannico Grant Shapps hanno fatto notare che le munizioni sono in esaurimento, stessa cosa il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby. Questi ha fatto sapere di aspettarsi che “i repubblicani al Congresso mantengano i loro impegni”. Caos politico permettendo.