Siria: Gentiloni incontra de Mistura e il rappresentante dell’Hnc Riad Hijab

di Enrico Oliari

Gentiloni con de mistira con hijabIl ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha incontrato oggi alla Farnesina l’inviato dell’Onu per la crisi siriana Staffan de Mistura e il rappresentante dell’Alto comitato negoziale dell’opposizione siriana (Hnc) Riad Hijab per discutere della crisi siriana e della ripresa dei negoziati.
Per de Mistura “tra adesso e settembre abbiamo una finestra ancora aperta per trovare una formula che combini la lotta a Daesh e al-Nusra e la transizione politica”, necessaria “per vincere” e arrivare alla pace nel paese mediorientale. “La chiave è in una possibile intesa tra Russia e Stati Uniti” ha insistito de Mistura, poiché le due potenze “Hanno dimostrato di essere capaci di accordarsi e gli altri si adeguano”.
Dello stesso avviso anche il capo della Farnesina, per il quale “In Siria il ruolo della Russia deve essere costruttivo e può essere determinante”. E’ già molto attiva, ma “ci aspettiamo di più” per “contribuire al processo di transizione indispensabile per arrivare alla risoluzione del conflitto”.
Gentiloni ha anche sottolineato che la Russia “può esercitare influenza sul regime, può evitare che precipitino situazioni delicate sul terreno come Aleppo, può dare un contributo alla transizione”. “Riconosciamo il ruolo avuto finora da Mosca e ci auguriamo che cresca – ha poi aggiunto il ministro – ma il futuro della Siria non può essere guidato da Bashar al-Assad” e “alla ripresa del negoziato bisogna arrivare senza precondizioni ma con la sicurezza che il futuro non sia nelle sue mani. Trovare le strade sul piano diplomatico per arrivare a questo risultato è la sfida della comunità internazionale”.
Quello della permanenza al potere di Bashar al-Assad è lo scoglio che ha fatto fino ad oggi naufragare ogni trattativa sulla Siria, per quanto lo stesso presidente siriano abbia più volte detto di essere disponibile a farsi da parte e a riprendere in mano le redini del paese “se il popolo siriano lo vorrà”.
Riad Hijab ha fatto sapere dell’intenzione dell’Hnc di “tornare al tavolo dei negoziati, ma deve esserci un clima favorevole e vogliamo garanzie. Ci sono risoluzioni che vanno rispettate, come la liberazione dei prigionieri, la fine dei bombardamenti contro i civili e l’accesso per gli aiuti umanitari”. “al-Assad – ha continuato – ha portato il terrorismo nel paese, il regime usa il terrorismo come alibi per far durare la crisi. Senza una transizione politica non potremo parlare, dobbiamo mettere fine a questo regime”.
In realtà tra le 32 sigle che compongono l’Hnc a Ginevra vi sono due gruppi controversi, la cui presenza è stata insistentemente voluta da Turchia e Arabia Saudita: si tratta di Yaish al-Islam e di Ansar al-Sham, che si professano jihadisti e che sono sulla lista dei gruppi terroristici di Mosca e di Damasco.
Le due formazioni non hanno risposto alla tregua e in occasione della battaglia di Aleppo hanno combattuto e stanno combattendo ancora oggi a fianco di Jabar al-Nusra, diramazione siriana di al-Qaeda, quest’ultima, come l’Isis (Daesh) esclusa dalla tregua. La battaglia di Aleppo ha preso il via dopo che i satelliti russi hanno individuato ammassamenti di qaedisti, di miliziani Yaish al-Islam e di Ansar al-Sham, pronti a lanciare una massiccia offensiva approfittando della sospensione dei combattimenti. Di recente hanno bombardato le posizioni dei regolari ad Aleppo, distruggendo case e uccidendo molti civili, cosa fatta anche dall’esercito di al-Assad.
Dallo stesso tavolo delle trattative sono stati esclusi, su volere della Turchia, i curdo-siriani che hanno combattuto contro l’Isis a Kobane e che oggi sono a Bambice, intenzionati a raggiungere Raqqa da nord, mentre i regolari stanno arrivando da sud.
Di recente il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è tornato a chiedere una volta per tutte una lista chiara delle organizzazioni ritenute terroristiche operative in Siria.