Airbus sul Sinai: sempre più concreta l’ipotesi della bomba. Mosca sospende i voli per l’Egitto

di Guido Keller

Egitto aereo russo sinai grandeIl segnale più evidente che anche Mosca stia pensando che vi sia la matrice terroristica dietro la distruzione sul Sinai dell’Airbus della Kogalymavia sta nel fatto che le autorità russe hanno deciso di chiudere i voli da e per l’Egitto. Vladimir Putin ha così preso in considerazione le raccomandazioni del capo dell’Fsb, l’intelligence russa, Alexander Bortnikov.
Il presidente russo fino ad oggi aveva frenato sull’ipotesi della bomba o del missile, ed anche erano state bollate come false le rivendicazioni dell’Isis, ma per gli esperti la probabilità che si sia trattato di un attentato acquisisce peso man mano che affiorano nuovi elementi.
Difficilmente i miliziani dell’Isis, che nel Sinai sono presenti con il gruppo Ansar Beit al-Maqdis, avrebbero potuto impiegare un missile contro un aereo che volava a 9.500 metri di quota, per quanto i russi abbiano venduto in passato gli S-125 al governo libico di Muammar Gheddafi ed i terroristi ne sarebbero potuti venire in possesso; più probabilmente l’esplosione sarebbe avvenuta dall’interno, caricata nella stiva, se non addirittura provocata da un kamikaze russo.
Va detto che vi sono non pochi elementi russi riunitisi nelle file dell’Isis, provenienti soprattutto dall’”Emirato del Caucaso” e dalla cecenia, come pure che Ansar Beit al-Maqdis, unitasi allo Stato Islamico solo pochi mesi fa, potrebbe aver cercato un’azione eclatante per mettersi in mostra nel contesto dei molti gruppi che compongono l’Isis.
Le scatole nere dell’aereo, che trasportava 224 persone di cui 7 membri dell’equipaggio e 17 bambini partiti da Sharm el-Sheik e diretti a San Pietroburgo, sono apparse in un primo momento inutilizzabili, ma la tv France 2, citando una propria fonte, ha reso noto che “Il suono di un’esplosione che ha avuto luogo durante il volo può essere ascoltato sulle registrazioni della scatola nera” e che “Il rumore non è stato causato da un guasto al motore”.
Le scatole nere avrebbero smesso di funzionare improvvisamente al 24mo minuto di volo, e fino ad allora avevano registrato una situazione di normalità, mentre se si fosse trattato di un guasto tecnico avrebbero continuato a registrare fino al momento dello schianto.
Inoltre alcuni rottami recuperati mostrano piegature dall’interno verso l’esterno, segno di una forza esplosiva che è partita da dentro il velivolo.
Ieri la statunitense Nbc ha riportato la registrazione di un’intercettazione operata dall’intelligence tra alcuni membri dell’Isis a Raqqa, capitale dello Stato Islamico, e i miliziani di Ansar Beit al-Maqdis, in cui l’esplosione del velivolo veniva chiaramente celebrata con entusiasmo.
Intanto a Sharm el-Sheik e a Hurgada è caos per il rientro dei turisti stranieri che da giorni bivaccano negli scali in attesa di informazioni e di annunci fatti e poi cancellati, aerei stracoli dove chi sale può avere solo il bagaglio a mano. Solo i russi sono 70mila e 100mila dovevano recarsi in Egitto per gennaio.
Irlanda, Ucraina, Gran Bretagna, Olanda, Francia e la compagnia tedesca Lufthansa hanno sospeso i voli in via precauzionale, ma il danno è anche per l’Egitto, che dalle località turistiche del Sinai raccoglie il 30% delle proprie entrate: come in Tunisia al Bardo e a Susa i terroristi potrebbero aver preso di mira proprio il settore, con il proposito di dare un segnale aggressivo agli occidentali e nel contempo di indebolire le economie dei paesi arabi che li combattono.