ANGOLA. Non esistono leggi contro l’Islam

Notizie Geopolitiche – 

angolaNei giorni scorsi sui media arabi era stata diffusa la decisione del governo dell’Angola di vietare la religione islamica e di ostacolarne la diffusione nei territori del paese.
Fonti del mondo islamico ed organizzazioni di lotta per i Diritti umani hanno parlato di aggressioni verso i cittadini di fede islamica e della chiusura di circa cinquanta moschee.
Per quanto le autorità del paese abbiano negato ufficialmente la cosa, secondo i media arabi la nuova legge avrebbe previsto il bando della religione di Maometto; probabilmente la questione, fondata o meno che sia, ha preso origine dalla dichiarazione del presidente José Eduardo dos Santos sul giornale nigeriano Osun Defender, secondo la quale in Angola ci sarebbe l’intenzione “di porre fine all’influenza islamica nel nostro paese”; non è chiaro se tale decisione sia stata supportata da una legge o meno.
I musulmani in Angola sono circa 80mila e l’imam della moschea di Luanda, Mohamed Matios, ha riferito alla tv panaraba al-Jazeera che a spingere per l’allontanamento dell’Islam dal paese africano è stata la comunità cristiana, che nel paese è la maggioranza.
In una nota ufficiale emessa dal governo dell’Angola e messa a disposizione dall’Ambasciata del paese africano in Italia si legge che “Il governo della Repubblica d’Angola ha appreso con sgomento e preoccupazione la notizia divulgata dai vari media, secondo cui l’Angola avrebbe vietato l’Islam e distrutto le moschee. Il governo angolano smentisce categoricamente tali affermazioni che mirano a scopi a noi oscuri, minando l’immagine dell’Angola”.
L’Ambasciata fa sapere che nessuna moschea è stata distrutta e che nessuna persecuzione nei confronti degli islamici è stata intrapresa. Sempre la rappresentanza diplomatica sottolinea che la presenza di tale religione in Angola è piuttosto recente e che la sua legalizzazione dipende dal rispetto dei requisiti espressi nella legge n.02/04: in virtù di questo, la Comunità islamica della Angola – CISA ha presentato domanda che è stata respinta perché non conforme, cosa che è successa ad altri 179 credo religiosi. Si precisa nella nota, inoltre, che in Angola vi è assoluta libertà religiosa come sancito dalla stessa costituzione. Esistono, infatti, 1200 credo religiosi di cui più di 7 sono di fede islamica. Si è verificato, però, che molti clandestini, sotto mentite spoglie di commercianti, l’abbiano professata in maniera del tutto illegale trasformando magazzini, costruiti senza l’autorizzazione delle autorità competenti, in luoghi di culto. “Il governo angolano – conclude la nota – ribadisce che l’esercizio della libertà religiosa debba avvenire nel pieno rispetto della legge e nessun cittadino angolano o di confessione islamica straniera sarà mai molestato per la sua fede”.